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Ecco il giardino orfano dei tre pini |
Scritto da Carlo Patatu |
Lunedì 06 Luglio 2009 13:01 |
A sostegno della sua tesi favorevole all'abbattimento dei tre pini storici del nostro giardino pubblico, Gian Mario Ruiu ci ha inviato le foto che pubblichiamo. Grazie a una simulazione, le foto illustrano a sufficienza come si presenterebbe quel fazzoletto di verde attrezzato senza i tre alberi storici di cui abbiamo trattato qualche giorno addietro. E che la giunta municipale ha deciso di abbattere. Come si può rilevare, l'area interessata apparirebbe del tutto inondata dal sole e priva della volta verde che ora produce ombra. E, grazie agli storni, anche montagne di sterco maleodorante. Che, così sostiene Gian Mario Ruiu, scomparirebbe in virtù dell'intervento di un'accetta provvidenziale. Gli storni, dice lui, andrebbero a cercarsi asilo altrove. Del che noi, sbagliando forse, continuiamo a diffidare non poco. Ma, al di là di questo, ci pare opportuno mettere in evidenza che, così come aveva scritto una ragazza paragonando la scomparsa di un giovane amico alla morte di un pino, l'eventuale abbattimento dei tre alberi lascerebbe un vuoto nel cielo. E, quel ch'è peggio, un vuoto anche nella memoria storica dei chiaramontesi. |
Ultimo aggiornamento Lunedì 06 Luglio 2009 13:37 |
Navigando negli articoli e commenti, ho letto che qualcuno aveva già consigliato i rapaci per risolvere il problema degli stormi sui pini rendendo l'ambiente indecoroso. Mi ricordo che anche sotto la volta della grotta di Codinarasa faceva il nido il falchetto. Se questo non c'è più, si potrebbe spiegare gli odori che gli uccelli lasciano nei giardini. Penso che non riuscirò mai a leggere tutto quello ch'è pubblicato in questo sito, così pieno di argomenti interessanti. Vecchi e nuovi. Sono argomenti molto approfonditi e significativi. Comunque l'idea è quella giusta solo perché la strada è quella per andare a Santa Giusta.
Qui Milano, inviato speciale famiglia Patatu saluta tutti i naviganti
Salvatore
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Procedi con calma nell'esplorazione delle pagine di questo sito e dei relativi contenuti. Non farne un'indigestione. Per quanto attiene a su tzilibriu, esso è pressoché scomparso. Tant'è che, quando ne compare qualcuno librandosi nel cielo a prendere il vento, ci meravigliamo un po' tutti e lo osserviamo con grande interesse e curiosità. E pensare che, quand'io ero bambino, quello era un uccello di nessun valore; e noi, quando se ne presentava l'occasione, lo prendevamo ancora implume dal nido, allevandolo in casa e nutrendolo con lucertole e topolini. Che allora abbondavano anch'essi. Ciao. (c.p.)
Salvatore inviato speciale Famiglia Patatu saluta tutti i cittadini che si trovano in bidda e gli speciali inviati nel mondo.
Mi riferisco al commento di Gian Mario Ruiu, col quale spiega i vantaggi che si otterrebbero nel tagliare i famosissimi pini. Ne dimentica, però, uno e non di lieve importanza. Col taglio dei pini, infatti, la nostra giunta potrebbe concorrere al Premio Attila che viene assegnato annualmente dal circolo di Legambiente di Gallarate, a chi si distingue per aver provocato danno grave all'ambiente. L'anno scorso è stato assegnato al sindaco di Gallarate Nicola Mucci. Ma la giuria aveva votato all'unanimità di assegnarlo anche all'ex assessore di Roma Simeoni che aveva fatto costruire una rotatoria, limitando lo spazio del prato verde, in Piazza Risorgimento. Qualcuno, nell'occasione, per accontentare più concorrenti, propose l'istituzione del premio Gargamella, noto personaggio dei fumetti, "famoso per le sue trovate ed invenzioni estemporanee che inevitabilmente non raggiungono gli obiettivi prefissati". Vincere uno di questi premi, per la nostra giunta, e per i chiaramontesi, non sarebbe male. Chiaramonti salterebbe agli onori della cronaca nazionale. E così, al "Chiaramonti ladro", si aggiungerebbe "Chiaramonti barbaro". Era ora di cambiare appellativo. Che ne dite?
Se può servire, per aiutare a riflettere, vorrei ricordare quanto scalpore e quanta indignazione destò nei chiaramontesi il taglio dell'albero da parte dell'ANAS nella zona di Litu. Si trattava di un solo albero, non di tre. E non era neanche storico. Allora la popolazione insorse a tal punto che qualcuno aveva manifestato propositi di vendetta (Eh i vecchi chiaramontesi di una volta) nei confronti dei responsabili. Io, che allora ero sindaco, pretesi ed ottenni una lettera di scuse da parte dell'ideatore del progetto e dei dirigenti dell'ANAS, che è conservata ancora agli atti del comune o, almeno, lo spero.
"Meditate, gente... meditate..."