di Tore Patatu
Carlo carissimo, conoscendo la tua proverbiale, ma sana, testardaggine, ho riflettuto a lungo, prima di scriverti questa lettera. Alla fine, ho deciso, perché ha prevalso in me l'educazione dataci da nostra madre, la quale diceva sempre: "Tue faghe su dovere tou, s'àteru at a fàghere su sou".
Ricordo benissimo quando da bambino mi lamentai con lei perché, a partire da un determinato avvenimento, il parroco non rispondeva più al mio "buongiorno", per cui avevo deciso di non salutarlo più: "S'educassione est de chie la tratat e non de chie la retzit. Tue salùdalu sempre", mi disse con severità non priva di dolcezza. E così feci per anni, fino a quando diventai sindaco. Allora il parroco mi salutava lui per primo. Per cui (lontana è da me l'idea di paragonarti al personaggio citato), io faccio il mio dovere, o, perlomeno, quello che ritengo il mio dovere, poi tu, in tutta libertà, ci mancherebbe altro, farai il tuo. E, secondo me, il tuo dovere è di continuare a tenere aperto l'angolo riservato a Chiaramonti notizie. Non mi avvalgo di ragionamenti triti e ritriti e anche banali, del tipo... non darla vinta... è la vittoria dei Ciuk e Superciuk... è un peccato... era molto interessante... e così discorrendo, ma di ragionamenti che hanno valore umano non trascurabile. Tu hai scelto di continuare a vivere a Chiaramonti ed io ho fatto la scelta contraria. Ebbene, non sei tu che ti devi pentire, ma io e, ti garantisco, ho ragionato e riflettuto su questo, migliaia e migliaia di volte. Mi ricordo quello che diceva il carissimo amico Stefano Pinzuti, che scelse di vivere qui parte della sua vita, costruendosi anche la casa. Diceva il nostro amico, con lingua romana in bocca di toscano, che noi vivevamo in un delizioso angolo del mondo e non ce ne rendevamo conto.
È vero, anche i maddalenini vivono in uno dei più begli angoli del mondo, ma purtroppo, ci sono i maddalenini...! (Frase scritta da te in un tuo articolo). E a Chiaramonti ci sono i chiaramontesi, i quali si comportano non diversamente da tutti gli altri uomini. Tu hai fatto molto sul piano educativo per il paese, non solo come insegnante prima e direttore didattico poi, ma anche come giornalista e, ancora di più, come sindaco; e devi continuare a farlo ora come semplice cittadino, che ha la fortuna di avere un'intelligenza brillante, (sanno tutti che non lo dico perché sei mio fratello) e una preparazione culturale più che adeguata.
Da sindaco hai dato una sterzata al modo di governare il paese, che ritengo storica, finalizzata alla formazione dei chiaramontesi. Il loro coinvolgimento con le assemblee popolari, le commissioni paritetiche, la creazione della biblioteca, la costruzione della palestra, dei campi da tennis e non voglio continuare l'elenco, sia per non dilungarmi troppo, sia perché, anche se la gente ha la memoria corta, si ricorda però le cose realizzate. Ci furono anche cocenti delusioni, è vero, valga per tutte la mancata attuazione della riforma agropastorale, perché la tua amministrazione e quella che è seguita, viaggiavano con parecchi anni nel futuro e la gente, abituata al più comodo clientelismo dei contributi a pioggia, dove "la pioggia", però, arrivava nelle aziende dei figliocci, non era preparata.
I fatti ci hanno, però, dato ragione e, quando ancora oggi parlo dell'occasione perduta con qualcuno di quelli che la osteggiò, spesso mi sento dire: "Fimus tropu ignorantes".
Di quella democratizzazione delle procedure amministrative, ora, pare, non rimanga traccia. Mi è sembrato di capire (non ci vuole poi molto) che il popolo non partecipi (o non lo fanno partecipare) più alla vita amministrativa del paese. E nessuno si lamenta, nessuno si prende un seppur minimo straccio di responsabilità e via di seguito. Ma questo comportamento remissivo non appartiene solo al chiaramontese, ma appartiene all'uomo e lo caratterizza.
Non volendo offendere nessuno dei nostri paesi, scelgo come esempio un popolo, quello francese, che ritengo sia il massimo esempio dell'applicazione della uguaglianza, della fratellanza e della libertà. Con la rivoluzione e l'illuminismo francese, questo popolo ha cambiato il mondo e, pochi anni dopo, si è fatto abbindolare da Napoleone imperatore, la cui caduta riporterà in auge l'assolutismo monarchico. Per sfociare poi in un'altra rivoluzione che istituirà la monarchia costituzionale; e poi ancora dittatura per arrivare all'impero di Napoleone terzo e così via. Lo stesso De Gaulle fu ripagato malamente per i servizi resi allo Stato con la Resistenza; per accorgersi poi che, dopo i fatti di Algeria avevano bisogno di lui per salvare la patria; e la salvò con l'istituzione della quinta Repubblica. Cosa doveva fare? Dir loro: "Andate a...Cambronne?".
Tu devi fare come lui!
In questo momento la frase ‘ozu pèrdidu’ è molto appropriata, ma non nel senso che lo intendi tu. S'ozu le donne lo regalavano alla chiesa per tenere accesa la lampada votiva. Don Cristòvulu raccontava che una donna chiaramontese portava in chiesa un fiasco di olio al mese, per accelerare l'entrata in Paradiso del marito e anticipare così le sue dimissioni dal Purgatorio. E il parroco di allora (eravamo a metà ottocento), dopo alcuni fiaschi, le disse: "Non nde 'ates pius de nudda, chi est ozu pèrdidu, ca sa gianna de su chelu est tropu bascia e istrinta e maridu tou non b'at a intrare mai, ca giughet sos corros tropu altos e foscigados".
Dunque s'ozu è pèrdidu se viene dato per ottenere una grazia che non arriverà mai. Ma tu e Vladi, quando agite nel sito, non chiedete nessuna grazia e non dovete aspettarvi né riconoscenza né adesione. Dovete comportarvi come diceva Nonna Ciccia, "S'educassione (nel senso lato del termine) est de chie la tratat". Chi non ce l'ha non se la può dare da solo, lo devi aiutare. E questo aiuto voi lo stavate dando e dovete continuare a darlo.
Ma vi rendete conto quale soddisfazione per voi avere centinaia di chiaramontesi sparsi per il mondo, da Sassari a Cagliari, da Roma a Torino e Pinerolo, da Busto Arsizio alla Sicilia, dal Belgio all'Australia, all'Argentina, i quali cominciano la loro giornata e la chiudono visitando il vostro sito? Ma fossero soltanto quattro (gatti) varrebbe la pena di continuare.
Anche a Chiaramonti, come a Roma e negli altri posti citati, ci sono gli stronzi, ma anche le persone per bene. E vi garantisco che queste ultime sono la maggioranza, senza dubbio. Gente che in momenti di bisogno e di sconforto è stata sempre in grado di offrire grandi abbracci affettuosi e solidali. Non dimentichiamolo.
Nella civilissima Lombardia e nell'opulenta terra veneta, che possono vantare retaggi di civiltà di prim’ordine, dove esistono città conosciute nel mondo per la loro bellezza e cultura (Milano, Padova, Venezia), i quotidiani (e i siti?) più letti (visitati) sono Il Giornale, Libero e La Padania. E dobbiamo lamentarci di Chiaramonti?
E, per chiudere, tu, caro fratello, con l'apertura del sito e con l'angolo destinato alle notizie su Chiaramonti, hai trovato la collocazione giusta nel paese e nella zona. Chiudere il sito significa andare contro la tua stessa natura, contro i principi dell'educazione, contro la povera gente, quella che ha sempre aspettato da noi "studiati" un segnale positivo; e spesso è stata accontentata. Significa, cosa non trascurabile, andare contro i dettami educativi e formativi di cui ho già parlato, quelli di Ciccia Pulina Milordo, che dall'alto, ora, non può sopportare che figlio e nipote abbiano smesso di lottare.
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Grazie, caro Tore. Hai ragione da vendere, naturalmente. Le cose che dici fanno bene al cuore e, da parte di Vladimiro e mia, meriterebbero un ripensamento sulla decisione presa e, come ho avuto modo di dire, sofferta. Ma io sono ormai un vecchio signore che spera di concludere serenamente e senza troppi scossoni il resto dei giorni che gli restano da vivere. Mi rendo conto di essere egoista; ma è così.
Col passare degli anni, si diventa più insofferenti e meno disponibili a confidare nel tempo lungo. E io, avendo superato abbondantemente le 73 primavere, quel tempo non ce l’ho più. Né, egoisticamente, sento di dover continuare dedicarlo (quello che mi rimane e con l’impegno che mi riconosci) alla prosecuzione dell’attività legata al mantenimento della sezione “Chiaramonti notizie” nel nostro sito. Ho anche altre cose da fare. Ugualmente importanti.
È vero che, anche per gli episodi che richiami a proposito di delusioni cocenti patite durante la comune esperienza fatta da sindaci di Chiaramonti, il tempo ci ha dato poi ragione. Ma ciò non mi è di conforto. Lo confesso: avrei preferito che ci avessero dato torto.
E allora? Continuare a fare il Don Chisciotte? No, grazie tante. Non me la sento. Probabilmente vado contro quella che, come sottolinei, è la “mia natura”. Ma, come diceva bene Sciascia, “rivendico il diritto di contraddirmi”. Almeno ora che sono avanti negli anni. Nostro padre, che in vecchiaia era diventato meno prudente nell’esprimersi, di fronte ai miei richiami bonari, era solito rispondermi: “Ma si no lu naro como, cando diaulu lu naro?”.
È vero, tu, io e altri chiaramontesi “studiati” abbiamo qualche dovere in più verso questo paese. Ma non esageriamo. (c.p.) |