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Chiaramontesi lontani: Pier Paolo Cherchi, ricercatore geniale |
Scritto da Carlo Patatu |
Martedì 27 Ottobre 2009 00:57 |
Pier Paolo Cherchi, 35 anni, chiaramontese, ingegnere elettrico uscito dal Politecnico di Torino, oggi guida un'equipe di giovani ricercatori. Che hanno scommesso tutto sull'idrogeno come fonte di energia alternativa. Insieme a loro, Pier Paolo studia, inventa, prova e riprova. Con la pazienza del certosino e la determinazione di chi sa di avere imboccato la strada giusta. Laureatosi col professore Francesco Profumo (oggi rettore del Politecnico) ebbe modo, nella circostanza, d'imbattersi nelle "fuel cell". Di cui, confessa, all'epoca sapeva ben poco. Tuttavia, fu quella la sua conversione sulla via di Damasco. Comprese subito che la strada era da battere e che avrebbe potuto portarlo lontano. Fu così che, dopo tre anni di lavoro come ricercatore all'HysyLab, sempre a Torino, chiese e ottenne il passaggio all'Eps. Che nel'estate 2006 muoveva i primi passi sull'utilizzo pratico dell'idrogeno come fonte di energia. E che oggi è azienda leader mondiale nel campo dei gruppi di continuità a "fuel cell". A tale scopo, la Eps ha arruolato 25 ingegneri-ricercatori, costituendo così il più numeroso team privato d'Italia. Tutti "under" 40. E a guidarlo ha chiamato proprio il giovane ingegnere chiaramontese.
Ebbene, oggi Pierpaolo Cherchi è responsabile tecnico di quell'azienda. Ha un contratto a tempo indeterminato. E' appena rientrato dalla Cina, dove ha soggiornato un paio di settimane per ottenere la certificazione dei gruppi di continuità che, insieme ai propri collaboratori e mettendo a frutto il duro lavoro di ricerca, egli progetta e l'Eps fabbrica nella sede operativa di Aosta. È di qualche giorno fa (14 ottobre, pagine 1 e 7) il servizio che Marco Ferrando ha dedicato sul "Sole 24 Ore - Nord Ovest" all'ingegner Cherchi e ai suoi colleghi (clicca qui per scaricare l'articolo); alla sua attività di ricercatore, progettista, coordinatore e manager. L'articolo sottolinea la bontà del progetto che quei ragazzi portano avanti lavorando, è il caso di dirlo, giorno e notte. Senza risparmiarsi, certi di avere trovato un filone energetico importante per il futuro del nostro pianeta. Al giornalista che gli chiede un commento circa il successo finora ottenuto con la ricerca di cui è responsabile, Pier Paolo Cherchi risponde col candore e la flemma che lo connotano: "Non mi posso lamentare. Mi è andata bene". Tutto qui. Ma, stimolato opportunamente, sottolinea che "...se c'è qualche merito è del mio capo Gianolio, di cui ho preso il posto come responsabile tecnico, che ha messo insieme un gruppo di persone che, con poche risorse (soldi) e in breve tempo, ha fatto meglio dei colossi americani e nordeuropei. L'arte di arrangiarsi e l'inventiva, per fortuna, non la insegnano nei college americani. È la sola risorsa che, come italiani ma soprattutto come sardi, abbiamo". A breve, il nostro compaesano tornerà in Cina, dove, per i gruppi di continuità a "fuel cell" prodotti dalla sua azienda, si aprono prospettive molto interessanti. Che inducono i giovani ricercatori torinesi a bene sperare per l'avvenire. Ovviamente, non ha dimenticato (né può farlo) il paese natio. "Quando mi presento a qualsiasi persona - precisa - dico sempre di essere di Chiaramonti. Anche se chi mi sta di fronte è un americano che a malapena sa dov'è l'Italia. Il fatto di essermi allontanato per lavoro mi rende triste; ma questo è un sentimento comune a tutte le persone che sono dovute emigrare per poter avere un futuro. Vladi penso capisca come ci si sente”. A noi resta da dire che quel ragazzo estroso e simpatico, le cui intuizioni inducevano i suoi amici a paragonarlo, fin da studente, ad Archimede Pitagorico, farà di sicuro molta strada. Del che, come chiaramontesi, siamo felici e (possiamo?) anche orgogliosi. Complimenti e auguri! E poi c'è chi ancora sostiene che i ragazzi di paese... |
Ultimo aggiornamento Giovedì 30 Novembre 2017 10:07 |
Da amico e chiaramontese, faccio con orgoglio i complimenti a Pierpaolo per questo indubbio riconoscimento non solo delle sue capacità tecniche, ma anche della sua serietà e professionalità.
Pierpaolo ha un anno in meno di me, e quando ero alle scuole medie un giorno lo vidi mostrare con entusiasmo un aggeggio elettronico (forse una radio, o un mini televisore) che aveva assemblato lui stesso, se non ricordo male seguendo le istruzioni di una qualche rivista di elettronica.
Ancora non potevamo saperlo, ma questa sua voglia di "smanettare" con le cose, unita alla sua mente raffinata, lo avrebbero portato lontano ...