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Giovanni Gavino Tolis, medaglia d’Oro alla memoria PDF Stampa E-mail
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Lunedì 05 Luglio 2010 23:19

Il Presidente della Repubblica ha conferito al finanziere chiaramontese l'alta onorificenza al Merito Civile

di Paolo Pulina

Il capitano Gerardo Severino, direttore del Museo Storico della Guardia di Finanza, già autore delle ricerche storiche e firmatario della proposta di conferimento a favore del finanziere martire Salvatore Corrias (di San Nicolò Gerrei) della Medaglia d'Oro al Merito Civile e di quella di "Giusto tra le Nazioni", informa che anche al finanziere di Chiaramonti Giovanni Gavino Tolis il Presidente della Repubblica, con suo decreto in data 17 giugno 2010, ha concesso l'alta onorificenza, sulla base di una proposta dello stesso Severino.

Questa la motivazione:

"Nel corso dell'ultimo conflitto mondiale contribuì alla lotta di liberazione con l'attività di postino delle organizzazioni partigiane e, con eccezionale coraggio, si prodigò in favore dei profughi ebrei e dei perseguitati politici, aiutandoli ad espatriare clandestinamente nella vicina Svizzera. Arrestato dalle autorità tedesche fu infine trasferito in un campo di concentramento austriaco, dove perse la giovane vita.

Mirabile esempio di umana solidarietà e di altissima dignità morale, spinte fino all'estremo sacrificio.

1943/1944 - Mauthausen - Gusen (Austria)".

Il finanziere Giovanni Tolis (al quale il Capitano Severino dedicherà presto un libro biografico), originario di Chiaramonti, si era particolarmente distinto per il notevole contributo prestato alla Resistenza ed al movimento dei profughi.

Postino delle organizzazioni partigiane, per le quali effettuava il servizio di staffetta trasportando di contrabbando lettere e messaggi riservati da o per la Svizzera, svolse un’insostituibile opera in favore di ebrei ed antifascisti che tentavano la fuga dai rastrellamenti tedeschi.

Denunziato al controspionaggio tedesco, fu catturato dalla Gestapo a Ponte Chiasso (frazione di Como) mentre trasportava valuta e lettere destinate alle organizzazioni clandestine. Deportato in Austria il 14 aprile 1944, il venticinquenne finanziere morì il 28 dicembre dello stesso anno nel campo di concentramento di Mauthausen - Gusen e la sua salma fu bruciata nel forno crematorio.

Nel cimitero di Chiaramonti, nella tomba dedicata ai combattenti di tutte le guerre, negli anni Sessanta i familiari del giovane finanziere provvidero a murare una lapide marmorea in suo ricordo, della quale pubblichiamo la foto. (n.d.r.)

Ultimo aggiornamento Mercoledì 07 Luglio 2010 12:38
 
Commenti (2)
Il mio bel paese mi sta nauseando..
2 Venerdì 23 Luglio 2010 11:26
LeonardaScanu-RM

Ho letto il tuo commento e c’è poco da aggiungere, hai ragione Carlo. Mi sono anche soffermata sul titolo del commento del signor Guerra riferito ad Amadio, dal titolo “il sangue non è acqua”...
Mi preoccupano le affermazione della Gelmini “vietato criticare il governo”. Mi preoccupano le affermazioni di Berlusconi “la libertà di stampa non è un diritto assoluto”- Mi preoccupo quando il sindaco di Roma loda Mussolini.
La brama del potere talvolta fa perdere l’uso della ragione ed ho l’impressione che l’Italia abbia già un nuovo duce eletto democraticamente, proprio come Mussolini.
L. Scanu
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Che dire, cara Nanda? Chi, come me, naviga nel mare della terza età e veleggia velocemente verso altri lidi, non può non avere qualche rimpianto. Il mio, credimi, non è tanto quello per i begli anni perduti quanto per il fallimento registrato dalla mia generazione. Che, non vaccinata a sufficienza evidentemente, ha creato le premesse per consegnare l'Italia ai figuri che ci ritroviamo intorno. Gente che, oltre che della lingua italiana, non conosce la grammatica della democrazia. Nè del galateo. Il che non è poco.
Ribadisco che mi angustia molto il fatto che abbiamo perduto, pressoché per intero, la capacità d'indignarci. Cricche, mafie, camorre, malgoverno, sopraffazioni, P3 e altre amenità del genere ormai fanno parte del nostro panorama quotidiano. Ci siamo talmente assuefatti a questo letame da non sentirne più il lezzo. Che pure ammorba ogni angolo del Bel Paese.
E' del tutto normale che B dica quelle scempiaggini. E' coerente col suo modo di vedere le cose, oltre che col suo stile di vita. Gli riconosco, se non altro, la dote della sincerità, in quel caso. Non sempre. E' ben più preoccupante che chi gli sta attorno non abbia nulla da dire (da dirgli); e che quasi la metà degli italiani continuino ancora a osannarlo e ad avere fiducia in lui.
Ti pare, il nostro, un paese normale? A me no. Ti saluto (c.p.)

La medaglia di Tolis
1 Mercoledì 07 Luglio 2010 00:07
Salvatore Patatu

La mattina del 26 giugno scorso sono andato a Ghilarza insieme a Paolo Pulina e alla moglie Marinella, per una conferenza sul canto sardo e sulla poesia improvvisata: in viaggio, Paolo mi ha detto che ci sarebbe stata, a breve termine, una bella sorpresa per Chiaramonti, ma non mi disse altro. Aggiunse che non poteva e, in tutti i casi, lo avrei saputo “fra qualche giorno”.
La sorpresa era questa. È davvero una gran bella notizia ed io ne sono contento. Alle persone della mia età, quando eravamo bambini, veniva raccontata spesso, anche dagli insegnanti, l'inumana fine che i tedeschi avevano riservato al giovane Tolis in campo di concentramento. Il racconto era così coinvolgente che noi tutti immaginavamo la scena.
Quanto abbiamo pianto per lui. Un velo di commozione mi pervadeva, quando, da chierichetto, assistevo ai “responsos” che padrino Dedola gli recitava, anche lui con voce commossa, sulla tomba dei caduti, dove i fiori feschi non mancavano mai. Era per noi ragazzi di allora (e mi auguro lo sia anche per i giovani d'oggi) un eroe da ammirare e da ricordare con gratitudine.

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