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Castello di Chiaramonti PDF Stampa E-mail
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Giovedì 23 Settembre 2010 23:50

di Giorgio Falchi

Fu costrutto dai Doria e con molta probabilità ha dato il nome al villaggio attuale.

Inoltre nel 1348 venne ceduto ai Doria dagli Aragonesi comandati da Rambold di Corbera[1] ed in seguito alla pace conchiusa nel 1350 dal re d'Aragona venne restituito ai fratelli Matteo e Brancaleone Doria.

In virtù poscia degli accordi intervenuti tra il re don Pietro e Matteo Doria il menzionato castello, nonché quello di Roccaforte ed il Castel Genovese furono consegnati all'arcivescovo di Oristano sino alla decisione del papa; però risulta che Matteo Doria nel 1335 lo cedette al re.

Dopo la morte di Matteo Doria, a titolo di feudo ne ricevette dal re l'investitura il di lui nipote Branca; ma non lo poté possedere perché sino dal 1410 era occupato da Nicolò Doria, essendogli portato in dote dalla moglie, sorella del marchese di Oristano Leonardo Cubello.

Risulta altresì che il predetto castello nel 1412 venne assediato dal vicino sito appellato Codina rasa dalle genti comandate da Guglielmo di Narbona, figlio del visconte Almerico e di Beatrice sorella di Eleonora d'Arborea; ma per quanti sforzi facesse non riuscì ad impossessarsene.

Precipitate per sempre in Sardegna le sorti dei Doria, il castello di Chiaramonti finì per far parte del patrimonio della casa d'Aaragona, tantoché il re don Alfonso nel 1439, o nel 1443, lo cedette in feudo al più volte menzionato Angelo Cano di Sassari, dal quale in breve tempo fu del tutto abbandonato e lasciato cadere in rovina.

Dell'antico castello di Chiaramonti al presente non rimane che una delle sue torri, adattata in modo deforme a campanile. E' da ritenere che la chiesa antica di San Matteo inalzata nel perimetro di esso castello, in gran parte sia stata formata coi materiali dello stesso.

Per certo tal nuova destinazione dovette riuscire di pieno gradimento al governo d'Aragona, avendo tutto l'interesse di far dimenticare agli antichi vassalli dei Doria e sudditi di Eleonora i ricordi della perduta libertà e della passata grandezza.

Cfr. Carlo Patatu, Chiaramonti – Le cronache di Giorgio Falchi, ed. Studium adp, Sassari 2004, pagine 261-262



[1] Pare opportuno chiarire che dopo la pesante sconfitta di Aidu de Turdu, inflitta nel 1347 dai Doria all'esercito catalano - aragonese guidato da Guglielmo de Cervello, la 'villa' (di Chiaramonti n.d.c.) fu, per ritorsione, assegnata nominalmente da Rambaldo di Corbera, governatore generale del Regno (di Sardegna n.d.c.), al 'donnicello' Giovanni d'Arborea, fratello Ribelle di Mariano IV. Le fonti del periodo, tuttavia, ricordano come fosse sempre un possedimento dei Doria, in particolare di Matteo. Cfr. F.C. CASULA, Dizionario Storico Sardo, Carlo Delfino Editore, Sassari

 

Ultimo aggiornamento Lunedì 27 Settembre 2010 20:44
 

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