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Bainzu Cossiga, su poeta christianu |
Venerdì 09 Novembre 2007 10:52 |
E cun totu ch'isse non fît illitteradu, essende diplomadu in chirurgia; e i sa vena poetica, donu de natura, aiat avvalorada dai s'ischire de pinna e de litteras. Dal primogenito, che si chiamava Francesco Maria e che portava, com'è tradizione in Sardegna per i primi nati, il nome di suo nonno, prese il via il ramo della famiglia del Presidente Emerito della Repubblica Francesco Cossiga. Francesco Maria, lo ricordiamo, divenne medico a sua volta e si distinse sul campo nella lotta al tracoma, un tipo d'infezione agli occhi molto diffusa in Sardegna e che poteva portare alla cecità. Alla luce di oggi, Bainzu portava un cognome importante; ma già fra i contemporanei la sua fama si era allargata; era conosciuto dalla gente, che tramandava a voce le sue poesie cantadas dae mannos e minores.6 Di bocca in bocca, declamati e cantati da grandi e piccoli, i versi dal contenuto anche amoroso di Bainzu, soprannominato Su Poeta Christianu, circolavano con l'intento di ammaestrare, nella fede e attraverso la fede, nella non facile vita di ogni giorno. Sebbene fosse conosciuto dal popolo e da letterati come il rettore di Ploaghe Salvatore Cossu, chiaramontese di nascita che gli era amico e compare, nulla fu pubblicato finché visse. La prima raccolta di versi risale al 1863, curata proprio dal Rettore Cossu. La raccolta fu pubblicata in onore di Bainzu col titolo di Su Poeta Christianu ed è un lucido esempio in versi di quello che i nostri anziani chiamavano, fino a non molto tempo, fa Sa Doctrina7; ossia, diremmo oggi, un catechismo che, nelle rime volutamente semplici, contiene i principi della fede cristiana. Il professor Manlio Brigaglia, nell'introduzione alla ristampa del libretto riedito nel 1984, definisce Bainzu caso emblematico nella poesia popolare, dal momento che precede la diffusione dell'opera scritta in mezzo alla gente. Momento tante volte inafferrabile, dove cessa di appartenere all'autore e il più delle volte se ne perde il nome. Rime semplici, dicevamo; ma dal messaggio ancora attuale, come in Su Babbu Nostru, che definisce de paghe e non de guerra. Padre Nostro di pace e non di guerra; quasi una visione profetica che egli ha voluto lasciare a noi, suoi compaesani di oggi per questi tempi insanguinati, di un Dio che dovrebbe unire e non dividere. Basta forse questa visione, già da sola, più che mille parole per chi vorrà sentirlo vicino e farsi illuminare dalla sua saggezza. Così, nelle notti silenziose, vogliamo credere di udire ancora l'impercettibile suono della sua penna che scrive leggera. Cfr.: Aristide Stincheddu in "Chiaramonti, un paese in collina", a cura di Carlo Patatu, ed. Ass. Pro loco Chiaramonti, 2006 Le foto: 1a - la via XX Settembre con, sulla destra, la casa natale di Bainzu Cossiga 2a - i ruderi della vecchia parrocchiale e del castello a Su Monte 'e Cheja, visti da Codinarasa nel 1935 |
Ultimo aggiornamento Lunedì 23 Marzo 2009 10:27 |
Commenti (1)
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Grazie a lei, Presidente e Concittadino Zaramontesu. Il suo bisnonno Bainzu ci ha onorato con la sua vita esemplare; il suo ricordo e la sua opera poetica continuano a onorarci ancora. Con questo spirito e con la povertà dei mezzi di cui disponiamo lo ricordiamo su questo sito. Il che è poca cosa. c.p.