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La Tribuna: Il mio ricordo di tiu Andrieddu Solinas |
Giovedì 23 Dicembre 2010 20:05 |
di Salvatore Cossu
Tristemente colpito dal decesso del prof. Solinas, mi unisco al cordoglio dei suoi famigliari ed a gran parte della comunità chiaramontese per la sua scomparsa.
I miei ricordi.
TIU ANDRIEDDU, così lo chiamavo, come l’usanza nostra imponeva nel rivolgersi ad una persona di maggiore età, anche senza che vi fossero vincoli di parentela. Quindi non professore, preside, presidente od altri titoli che egli indubbiamente con merito possedeva.
Anche lui espressamente non aveva di quelle pretese; ma una modestia che di lui faceva un uomo di grande umiltà. Come insegnante mi ricordo di non averlo avuto; però, se non erro, quando io frequentavo la seconda avviamento professionale (allora scuola media dei poveri) a Chiaramonti lui insegnava alla prima. Se ricordo bene lui era preside.
Altri ricordi specifici di quei tempi non ne ho.
La sua carriera politica, poiché si é formata dopo che io ero già emigrato, l'ho vissuta per sentito dire, sapendolo comunque esponente locale nelle file della DC, dove ha raggiunto posizioni di potere in cui gli é stato permesso di "sistemare" tanti chiaramontesi e non, tralasciando talvolta l'interesse personale, nel non essere riuscito procurare una buona "sistemazione" ai propri diretti parenti, (voci di popolo).
Per cui non in conflitto di quegli interessi che la politica dei governanti attuali fa tanto uso. Azioni che evidenziano l'onestà di una persona. Tiu Andrieddu lo era a grandi linee. Questo é stato evidenziato anche negli interventi che mi hanno preceduto.
Ricordi recenti.
Durante la mie permanenze a Chiaramonti in occasione delle vacanze estive, capitava spesso di incontrarci riuniti in grandi combriccole nei luoghi di aggregazione del posto (sos buttighinos) trascorrendovi, davanti ad una birra o ad un bicchiere di rosso o bianco, lunghe mattinate.
Naturalmente, come in quelle occasioni sovente capita, gli argomenti, fra un pettegolezzo e l'altro, cadevano opportunamente sulla politica. Chiaramente nei discorsi non venivano trattati il pensiero giolittiano, gramsciano, moroteo o berlingueriano, troppo grandi e impegnativi, per lo meno per me, per le mie conoscenze di approfondimento storico. Però si argomentava della semplicità delle cose, della concretezza reale della vita sociale, esistenziale dei popoli, e lì si conveniva nell'essere d'accordo, nonostante che le posizioni ideologiche erano politicamente avverse.
Tiu Andrieddu era un uomo comune pronto alla battuta di spirito, scherzoso, pieno di vitalità. Mi ricordo che, qualche anno fa, quando la sua malattia manifestava le prime avvisaglie e i primi acciacchi iniziavano ad attaccare la sua integrità fisica, per camminare si aiutava con un bastone. Nel salutarmi per darmi il benvenuto, la prima cosa che mi chiese, sapendo che arrivavo dalla Svizzera e che lì, nel campo medicinale per la produzione e distribuzione/vendita di certi prodotti, in quegli anni vi era più libertà che altrove, “Sevado’! – mi disse -, ma sas pastiglias de su Viagra non mi las has batidas?”.
Tiu Andrieddu era così, pieno di allegria e di vitalità, con tanta voglia di vivere.
Cosi lo voglio ricordare da Schaffhausen (CH)
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egregio salvatore cossu la ringrazio tantissimo per cio' che ha scritto su mio padre e spero di vederla a chiaramonti.
giuseppe solinas