Home » Personaggi » Monsignor Masala, da Ploaghe al Sant’Uffizio e alla Sacra Rota

Immagini del paese

Castello 46.JPG

Statistiche

Tot. visite contenuti : 11432326

Notizie del giorno

 
Monsignor Masala, da Ploaghe al Sant’Uffizio e alla Sacra Rota PDF Stampa E-mail
Valutazione attuale: / 41
ScarsoOttimo 
Venerdì 28 Gennaio 2011 01:21

Il suo primo incarico pastorale a Chiaramonti, come vice parroco

di Paolo Pulina

Don Sebastiano Masala, nato a Ploaghe (SS) nel 1915, dopo essere stato viceparroco a Chiaramonti dalla fine degli anni Trenta fino a metà circa dei Quaranta, si trasferì a Roma, dove conseguì la laurea presso la Pontificia Università Gregoriana.

 

Ha scritto Carlo Patatu in un bel capitolo del suo libro “Scuola, chiesa e fantasmi. L'educazione di un laico chiaramontese” (Sassari, Edizioni Gallizzi, 2007; cfr. pp. 87-95): «Sotto l'ala protettrice del cardinale Alfredo Ottaviani, allora potentissimo prefetto del Sant'Uffizio, Bucianeddu Masala fece carriera fino a conseguire la carica prestigiosa di giudice della Sacra Rota, acquisendo il titolo di monsignore e conquistando il privilegio di calzare scarpe con le fibbie d'argento».

Negli anni 1965-1968, mentre il cardinale Ottaviani era Pro-Präfekt, mons. Masala fu Beigeordneter Justizpromotor, promotore di giustizia, della Congregazione per la Dottrina della Fede, la più recente denominazione del Sant'Uffizio.

[La Congregazione della sacra romana e universale Inquisizione o Sant'Uffizio fu una struttura della Chiesa cattolica creata nel 1542 da papa Paolo III con la bolla Licet ab initio. Il primo presidente della Congregazione fu Giovanni Pietro Carafa, futuro papa Paolo IV. Corrisponde alla vecchia Inquisizione ed è ora invece chiamata Congregazione per la Dottrina della Fede.

Il Sant'Uffizio consisteva di un collegio permanente di cardinali e altri prelati che dipendeva direttamente da Papa. Il suo compito esplicito era mantenere e difendere l'integrità della fede, esaminare e proscrivere gli errori e le false dottrine.

A questo scopo fu anche creato l'Indice dei libri proibiti].

Ecco qui di seguito gli incarichi ricoperti dal cardinal Alfredo Ottaviani e da mons. Masala nell'ambito della Congregazione per la Dottrina della Fede:

1935 - 1952 Assessor, Mons. Alfredo Ottaviani

1959 - 1965 Sekretär, Alfredo Kardinal Ottaviani

1953 - 1959 Pro-Sekretär, Alfredo Kardinal Ottaviani

1965 - 1968 Pro-Präfekt, Alfredo Kardinal Ottaviani

1965 - 1968 Beigeordneter Justizpromotor, Mons. Sebastiano Masala.

Sebastianus Masala, Notarius: questa è la firma che compare in calce al breve ma storicamente significativo "Monitum" in latino con il quale la Suprema Congregazione del Sant'Uffizio, presieduta dal cardinale Ottaviani, in data 30 giugno 1962 ribadisce una precedente condanna del 1957 delle idee "evoluzionistiche" di Padre Pierre Teilhard de Chardin (il documento è riprodotto in Giancarlo Vigorelli, “Il gesuita proibito. Vita e opere di P. Pierre Teilhard de Chardin”, Milano, Il Saggiatore, 1963; cfr. p. 353).

Ecco in traduzione italiana ufficiale il "Monito":

«Vengono pubblicate alcune opere, stampate anche dopo la morte dell'autore, Padre Pietro Theilhard de Chardin, che riscuotono un non piccolo favore.

Tralasciando il giudizio su quegli argomenti pertinenti alle scienze positive, in materia filosofica e teologica è abbastanza evidente che le suddette opere contengano ambiguità tali, e anzi gravi errori da offendere la dottrina cattolica.

Per la qual cosa gli Eccellentissimi e Reverendissimi Padri della Suprema Sacra Congregazione del Sant'Offizio esortano tutti gli Ordinari nonché i Superiori degli Istituti religiosi, i Rettori dei Seminari e i Presidi delle Università, a tutelare efficacemente gli animi, particolarmente quelli dei giovani, dai pericoli delle opere di Padre Theilhard de Chardin e dei suoi seguaci».

Dato in Roma, nel Palazzo del Sant' Offizio, il 30 giugno 1962.

Firmato: Sebastiano Masala, Notaio»

Il ruolo importante svolto da monsignor Masala come collaboratore del cardinale Ottaviani è messo in luce in due pubblicazioni di case editrici nazionali.

1. Ecco la nota che Emilio Cavaterra inserisce nelle pagine iniziali del suo volume Il prefetto del Sant'Uffizio. Le opere e i giorni del cardinale Ottaviani (Milano, Mursia, 1990, pp. 176; vi sono riprodotte due foto, in cui mons. Masala compare accanto al cardinale Ottaviani): «Si ringraziano per l'aiuto prestato S.E. monsignor Luigi De Magistris, Reggente della Penitenzieria Apostolica, e monsignor Sebastiano Masala, Uditore emerito della Rota romana».

In una nota del suo Diario relativo agli ultimi giorni dell'anno 1966, il cardinale Ottaviani scrive: «In casa vengono a parlarmi De Magistris, Simcić e Masala. Implorano cambiamento. Alcuni (anche della Segreteria) mi ritengono ostacolatore della Riforma della Curia».

Rileva Cavaterra: «Un mutamento, quello sollecitato dai tre monsignori, per impedire che elementi interni alla Congregazione del Sant'Offizio facciano il doppio gioco ai danni dello stesso Ottaviani, che da parte sua non traccia alcun commento».

Spiega ancora Cavaterra: «Ecco alcuni appunti vergati da Ottaviani nel suo Diario di gennaio 1967, chiaramente riferiti alla dura querelle sull'eterodosso catechismo olandese: "Dopo la Consulta avverto il Generale O. P. de censura exercenda. I dieci punti della catechesi. Legatio mittenda. S. O. bononiensi. Masala dal cardinale Cicognani per accordi sul catechismo; colloquio con Willebrands circa necessità d' intesa"».

2. Nel volume di Andrea Tornielli, Fatima. Il segreto svelato (Milano, Gribaudi, 2000), a pagina 56 troviamo scritto: «All'improvviso, nell'agosto del 1959, quella terza parte del segreto di Fatima gelosamente custodita fino allora nella busta con i sigilli di ceralacca dell'ormai defunto vescovo di Leiria, viene dunque conosciuta da un numero imprecisato di persone. Tra di loro, oltre al Papa e al suo segretario Loris Capovilla, ci sono il cardinale Ottaviani, padre Paolo Philippe, padre Angelo Raimondo Verardo, monsignor Pietro Parente e monsignor Sebastiano Masala del Sant'Uffizio, il cardinale Domenico Tardini e monsignor Antonio Samorè della Segreteria di Stato, il cardinale Gregorio Pietro Agagianian ("concorrente" di Giovanni XXIII durante il conclave dell'anno precedente)».

Aggiunge in nota Tornielli: «Sebastiano Masala, "promotore di giustizia" al Sant'Uffizio, collaboratore del cardinale Ottaviani, parlerà molti anni dopo con un amico della riunione durante la quale venne letto il segreto. La persona in questione, un autorevole prelato vaticano, mi ha chiesto di mantenere l'anonimato: "Masala mi disse che nel segreto c'era scritta una cosa che sta sotto gli occhi di tutti"».

3. Ploaghe per monsignor Masala. A Ploaghe monsignor Masala è ricordato per quanto ha fatto per la realizzazione del complesso "Opera San Giovanni Battista" (struttura finalizzata all'assistenza spirituale e materiale dei vecchi, degli ammalati, dei minori privi di sostentamento e dei minorati psichici). I ploaghesi hanno voluto dedicargli la piazza dove sorge la Chiesa di Cristo Re, da lui fatta edificare.

 

Ultimo aggiornamento Martedì 03 Marzo 2015 23:46
 

Aggiungi un commento

Il tuo nome:
Indirizzo email:
Titolo:
Commento (è consentito l'uso di codice HTML):