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La Tribuna: La cultura del verde |
Mercoledì 23 Marzo 2011 01:03 |
di Salvatore Soddu Dopo aver letto la descrizione ben dettagliata dell'esperto perito in agraria e giardiniere professionista, visionato la ricerca sempre accurata del Direttore del Sito e sentito i vari pareri dei tanti interventi, sul taglio degli alberi del giardino del Monumento dei Caduti, non posso fare a meno di dire quello che penso come osservatore che vede le cose da lontano, in quanto non residente ma frequentatore costante del mio paese.
Inizialmente, confesso, mi è venuta la tentazione di pensare ai fatti miei, tanto in paese non ci vivo più, a parte quei pochi mesi di vacanze estive. Ma non è possibile, amo il mio paese e la gente che ci vive, e ho gran rispetto delle opinioni, idee e tradizioni da qualunque parte provengano.
Anche io sono legato ai tanti ricordi dello storico giardino di Chiaramonti, nato dallo sterramento del quartiere di San Giovanni, dove con sacrificio ci siamo costruiti la casa. Ricordo quando ancora non esisteva il muro di cinta, tante piante di rose e garofani circondavano il giardino, che a secondo la direzione del vento profumavano il paese. Quando, da bambini, il 4 novembre si piantavano le pianticelle, ora alberi decennali o ex alberi.
Pensando a oggi, quando sono in vacanza, dopo aver comprato il giornale, la prima tappa è l'ombra del giardino, difficilmente riesco a leggere il giornale, preferendo la conversazione con qualche conoscente sui fatti di attualità o cronache paesane, ed ascoltare del tempo che passa con qualche mal di schiena dovuto all'età ed alla vita sedentaria.
Che dire di tutto questo operato? Non mi sento in grado di dare soluzioni, ma di certo qualcosa andava fatto, non si poteva andare avanti così, sia per l'inquinamento acustico che per la pulizia, era rischioso avventurarsi sotto quegli alberi, col rischio di prendere in testa qualcosa di poco gradito senza contare il cattivo odore.
Certamente, condivido che non è stata la soluzione migliore, se uno ha il mal di testa, per curarlo non gli si taglia la testa ma si usano le medicine.
Quello che fa male è il fatto che manca totalmente la cultura del verde! Ogni anno che passa si vede avanzare la cementificazione. Lungo viale Marconi, tanto per fare un esempio, non c'è ombra, tanti alberi sono morti, e mi pare non di vecchiaia; caso mai se si vuole se ne piantano altri nuovi. Ricordo quelle belle piante di gelso bianco che davano un bel fiore e delle buone more saporite, e tanta ombra nella calura estiva.
Dico tutto questo in quanto dove vivo il verde è molto curato, e guai se non fosse così, per l'inquinamento dovuto dal tanto traffico. Abbiamo dei meravigliosi viali alberati. Ricordo, qualche anno fa all'arrivo di una tappa del giro d'Italia, quello che disse Adriano Dezan: è uno dei viali più belli d'Italia (viale della Gloria, Busto Arsizio). Vivo in un quartiere molto alberato, con un magnifico parco, dove conto di passare il tempo libero della vecchiaia, magari facendo giocare i nipotini.
Perché tutto questo non è attuabile nel mio paese? Cosa abbiamo di meno degli altri?
Se poi guardiamo all'economia, al mondo del lavoro, all'occupazione, vediamo che ogni anno qualche esercizio chiude, le tante lavorazioni del latte e l'ottimo formaggio, orgoglio della zona, non ci sono più, neanche uno. Siamo costretti a fare la provvista del formaggio in altri paesi vicini. Il centro storico è disabitato o in vendita. Meno male che funziona la Pro Loco, che con le sue iniziative anima la Comunità e fa dimenticare momentaneamente quello che manca.
Ma che tristezza: sono passati più di 50 anni da quando noi siamo partiti per cercare un futuro migliore, ma le cose non sono cambiate. Vediamo ancora partire i nostri giovani; e si sa che senza i giovani non c'è futuro. Auguro ai giovani di oggi di fare meglio di noi, più ricchi di istruzione e di vedute. Trovare il coraggio di rimboccarsi le maniche e cercare di costruirsi un futuro nella propria terra. Considerando che i tempi sono cambiati e le occasioni di lavoro sono scarse anche da altre parti.
Con stima.
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Grazie per aver menzionato le costruzioni che continuano a crescere nel nostro paesino in numero sproporzionato rispetto ai suoi 1.800 abitanti (censimento dicembre 2004). Infatti, questi “monumenti architettonici”, frutto di egoismo puro, hanno rovinato completamente il panorama paesaggistico del nostro paesino. Cordialmente, N.S.