Coronimo attualmente comprensivo del territorio dei dodici comuni di Bulzi, Castelsardo, Chiaramonti, Erula, Laerru, Martis, Nulvi, Perfugas, Santa Maria Coghinas, Sedini, Tergu e Valledoria.
Il suo significato è quello di “cantone, distretto amministrativo”. Con una forma quasi identica a quella attuale (Angione, forma tardo latina genitivale) il coronimo compare già fra l’XI e il XII secolo nei condaghi di San Pietro di Silki e di San Michele di Salvennor. L’attuale forma è sicuramente attestata da documenti aragonesi del 1346 (confr. L. D’Arienzo, Carye diplomatiche di Pietro IV il Cerimonioso riguardanti l’Italia, dipl. 245, pag. 114).
Sulla etimologia e sul suo significato si sono esercitati in tanti, proponendo talvolta delle soluzioni fantasiose e prive di fondamento come, per esempio, quella di E. Benetti che, prendendo spunto dalla località colonia Julia Adselona (citata dall’Anonimo Ravennate, VII secolo, e forse relativa proprio alla regione anglonese) ne fa derivare l’ultimo termine da Aquilonia.
Questa infelice etimologia (così come tutte quelle proposte dall’allora regio ispettore onorario per l’Anglona, peraltro benemerito per diversi aspetti) è stata anche di recente ripresa improvvidamente da altri. Il termine, come quelli della serie col suffisso –òna (es.: Platamòna, Giagumòna) è di origine bizantina e trova riscontro nel sostantivo pansardo angròne. Confrontare a’Angròne (Abbasanta e Cuglieri) toponimo citato nel condaghe di Santa maria di Bonarcado e da qualche studioso confuso con l’Anglona ampuriense, ungròne (Terralba) e ingròni (Cagliari), “luogo delimitato”, sinonimo di cùdzu.
Negli Statuti di Castelgenovese (cap. 14) il termine compare nella forma Anjone, la quale è attestata anche in Corsica con il medesimo significato di “cantone”. Confrontare Falcucci, pagina 40: ajone, aghjone; pagina 70: anghjone = “angolo, canto”; pagina 392: Aghjone, comune del distretto di Corte. Il medesimo autore cita il siciliano agnuni con identico valore. Nell’opera citata, confrontare anche catagnone = “cantone, luogo stretto. Con il medesimo significato il toponimo è presente in Gallura nella denominazione l’Agnàta (Tempio) di cui una variante si rileva a Sedini con il toponimo l’Agnàdda.
La stessa denominazione di Anglòna è storicamente documentata per il XIV secolo in Lucania con l’agionimo santa Maria d’Anglona relativo a una chiesa situata nell’antica Pandosia bizantina, il cui presule era denominato anglonensis. Questo riscontro linguistico conferma pienamente sia l’origine bizantina del termine sia il suo significato.
Oggi il toponimo, che riassume in sé le antiche divisioni amministrative di Ampurias (Coghinas) e Çaramonte e il territorio della città di Castelsardo, si riferisce a un’area di poco più di 500 kmq. L’interpretazione più attenta del valore originario del termine è quella che corrisponde al sardo neolatino curatoria, cioè “divisione territoriale amministrativa affidata a un curatore”.
Il Solmi (Studi storici pag. 100) identificava l’Anglona anche a motivo dell’assenza di grossi centri urbani, con l’idea stessa del distretto rurale tipico della sardegna (meno felice invece appare l’osservazione a pagina 109 del medesimo testo, mutuata dal Taramelli, circa i castelli nuragici anglonesi, peraltro citati con grafie che, a parte un caso, non hanno riscontro con la realtà).
Non è certo se durante il periodo giudicale questo coronimo si riferisse a tutta l’Anglona attuale oppure ad una sua parte interna con esclusione dell’Ampurias propriamente detta, territorio che in seguito prese il nome di Coghinas e come tale diede origina all’omonima contea. Forse nell’Alto Medio Evo il termine indicava la valle interna percorsa dal Rio Battana, chiamato fino al secolo scorso Roana (Angius) che nei tratti superiori prende i nomi di Iscanneddu, Binzàles, Pontisèlla, Bolentàri, Badde traes, Masinu, Santu Nenàldu e Galìsta.
Fino al XV secolo appartenevano all’Anglona anche il centro gallurese di Villalba (Villa Alba), nonché i distrutti villaggi di Lexanis, Orbéi e Bisarciu (quest’ultima era sede vescovile del Monte Acuto occidentale) i cui territori vennero poi riassorbiti nell’Ottocento dal Monte Acuto per via dell’accresciuta importanza di Ozieri durante il ‘600 e il ‘700. Dopo la conquista aragonese nel XV secolo l’Angloba divenne un feudo della casata spagnola degli Oliva.
Dalla metà del Settecento e fino al riscatto dei feudi, avvenuto nel 1838-39, l’Anglona venne divisa in tre entità amministrative: la città reale di Calstelgenovese, la Contea del Coghinas e il Principato di Anglona.
Cfr. MAURO MAXIA, I nomi di luogo dell’Anglona e della Bassa valle del Coghinas, ed. Il Torchietto, Ozieri 1994, pagg. 73-74 per la voce “Anglona”.
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