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Sa prommissa PDF Stampa E-mail
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Lunedì 30 Maggio 2016 00:00

In casi eccezionali, il voto fatto a un santo lo si poteva sciogliere soltanto recandosi in pellegrinaggio al rispettivo santuario, ma osservando il silenzio durante l’intero percorso di andata

di Carlo Patatu

Sa prommìssa[1], ho avuto modo di specificarlo in altra occasione, da noi è ancora un atto di fede.

Un impegno assunto in forma solenne, ancorché segreta, nei confronti di un santo cui si è particolarmente devoti. Per impetrarne l’intervento in caso di necessità grave. In breve, una richiesta di grazia. In favore proprio o di un familiare, parente o amico. Insomma, di una persona cara.

Fra le diverse in uso da queste parti, una modalità di esternare gratitudine e riconoscenza per una grazia ricevuta consisteva nello sciogliere il voto a sa mùda[2]. Ciò accadeva quando il titolare non aveva potuto adempiervi perché deceduto anzitempo. In tal caso, al fine di evitare ulteriori sofferenze alla sua anima purgante, a farsene carico era un familiare o un parente. Che agiva in nome e per conto del debitore defunto.

Tale onere imponeva di recarsi in pellegrinaggio alla chiesa del santo invocato; ma osservando rigorosamente il silenzio per tutta la durata del viaggio di andata. A piedi se la distanza del santuario era abbordabile; a cavallo o con un automezzo quand’era fuori paese.

Se l’impegno assunto era quello di recitare una novena a santa Giusta, lo si doveva soddisfare andandoci a piedi per nove giorni consecutivi. Senza aprir bocca. Lungo la strada era d’obbligo sgranare rosari, ma recitando le orazioni col pensiero, senza fiatare. Anche se si era in compagnia. Rompere la consegna del silenzio per qualunque motivo, pur se valido, significava mandare all’aria quanto era stato già fatto. Insomma, si doveva riprendere tutto da capo.

Ma quella penitenza, ripeto, valeva per la sola andata. Il viaggio di ritorno si svolgeva nella normalità.

Mi rammento che nonna Murgia[3], per una ragione che non so dire, aveva fatto sa prommìssa di recarsi in pellegrinaggio a Sàntu ‘Antìne[4]. La morte le fece visita prima che potesse adempiere quel dovere. Toccò pertanto a mia madre, essendo la primogenita, prendersi cura di sciogliere il voto per conto di mia nonna.

Il giorno della partenza, di buonora e prima di mettersi in viaggio, andò al cimitero. Sostando davanti al cancello ancora chiuso, recitò poche preghiere e poi, rivolgendosi idealmente a sua madre, disse a voce alta:

Ajò ma’, chi sèmus andènde a sàntu ‘Antìne; ponìde fàttu[5].

Da quel momento ebbe inizio la consegna del silenzio. Ridiscese in paese e montò sul cassone del camion, dove già si erano sistemati una ventina di passeggeri in attesa. Costoro, durante il lungo tragitto, chiacchieravano allegramente, cercando in qualche modo di coinvolgere anche lei nella conversazione.

Chi ha conosciuto mia madre sa bene quanto fosse difficile convincerla, o costringerla, a stare un po’ zitta. Eppure quella volta riuscì e non fiatare per l’intera durata del viaggio. Compiendo un sacrificio per lei sovrumano; ma ci riuscì. Con doppio merito, devo dire. Lo fece per tenere fede a una prommìssa, peraltro non sua.


Nota:

Il testo è tratto da un mio libro di prossima pubblicazione intitolato Il paese che non c’è più.

 


[1] Il voto.

[2] In silenzio.

[3] Paolina Murgia (1887-1952), mia nonna materna, aveva sposato il ploaghese Salvatore Pulina (1882-1958).

[4] San Costantino, che poi santo non è, in Sardegna è venerato con solennità particolare presso una chiesetta campestre in comune di Sedilo, provincia di Oristano, a poco più di 90 Km da Chiaramonti. In occasione della festa annuale, vi si svolge un’ardia a cavallo; e cioè una corsa sfrenata che ha come protagonisti cavalieri spericolati che, in onore del santo, compiono per tre volte il perimetro del santuario, lungo un percorso molto accidentato. Seguiti con apprensione applauditi da una folla strabocchevole giunta da ogni parte dell’Isola.

[5]Andiamo, mamma; siamo in partenza per San Costantino. Seguitemi”. Mia madre era stata educata a dare del voi ai genitori.

Ultimo aggiornamento Lunedì 30 Maggio 2016 00:16
 

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