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Lettera a due presidenti |
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Venerdì 18 Novembre 2016 00:00 |
Con seguito in versi di Nicola Brau
Il programma del neo presidente Usa, per quel poco che ho potuto sapere e capire, non mi è parso molto condivisibile, ma un punto mi è sembrato buono e interessante: la sua apertura verso la Russia. Finché c'è stata la guerra fredda, la contrapposizione frontale di due ideologie diametralmente diverse, due modi di interpretare il concetto di democrazia e, per conseguenza, la volontà di coinvolgere l'Europa in una politica di consolidamento dei confini ideali, era d'obbligo creare barriere per chiudere la via a quei progetti di espansione ideal-territoriale.
Oggi la situazione è molto cambiata.
C'è il pericolo di una seconda guerra mondiale? Il deposito di bombe atomiche delle due superpotenze è tale da poter distruggere interi continenti, per cui, se si facesse una guerra, la parte vincente, ammesso che ce ne possa essere una, sarebbe un rudere in un mondo distrutto.
Ma altri fanatismi, purtroppo, altre ideologie distruttive si vogliono affermare, che le due superpotenze dovrebbero, insieme, contrastare.
Io credo che sarebbe ora di buttare alle ortiche la politica estera dei secoli passati, per arrivare a una politica di collaborazione tra i popoli civili, che considerano la guerra, non una soluzione dei problemi attuali, ma come una rovina totale e irreparabile.
Ed ecco i versi:
Erano tempi duri, erano tempi difficili di sospetti e paure, quando si fronteggiavano, per conquistare il mondo, due potenze atomiche, tra loro contrapposte, in conflitti ideali, non privi di pericolo, di conflitto mondiale. Eran le meglio armate, per conquistar terreni e zone di influenza: ragioni di principio, ragioni di primato: quelle non son mai morte. Ma il mondo non vuol la guerra, la gente vuole pace: lavorare serena in libertà completa. Ora non c'è ragione di guardarsi in cagnesco, di conquistare terre. Ci vuole un buon lavoro e la possibilità di spendere tranquilli i soldi guadagnati. Non fabbricate armi, fabbricate prodotti sempre più progrediti, per far vivere bene, tanta gente tranquilla che non vuole più armi ma utensili nuovi che fan vivere meglio. Noi non odiamo loro, loro non odiano noi, perché dobbiamo stare come in campi nemici?
Cfr. NICOLA BRAU, Qualcosa a qualcuno, Sassari 2017, pag. 22
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Ultimo aggiornamento Giovedì 30 Novembre 2017 09:55 |