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Il parto lungo del presidente Solinas PDF Stampa E-mail
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Lunedì 06 Maggio 2019 17:40

A quasi due mesi e mezzo dalle elezioni, la Regione Sardegna non ha ancora un esecutivo completo e funzionante – Nel frattempo i problemi si incancreniscono e l’economia isolana continua a languire

di Carlo Patatu

A oggi, sono trascorsi 71 giorni dacché si è votato per l’elezione del Governatore e del Consiglio della Regione Sardegna. Finora, Christian Solinas, eletto con una messe di voti considerevole, non è stato capace di mettere insieme i componenti della nuova Giunta regionale.

Ci stiamo lavorando; fra qualche giorno presenteremo l’organigramma dell’esecutivo. Ancora un po’ di pazienza a sarà fatta. Abbiamo in corso qualcosa da chiarire; ma tutto procede. Questo, in breve, il sardo-leghista unto dagli elettori continua a ripeterci fino alla noia da quasi due mesi e mezzo. Tant’è che ormai nessuno gli crede più. Probabilmente non ci crede nemmeno lui.

Insomma, non sappiamo se c’è o se ci fa, come suol dirsi alla spiccia.

Un ritardo anche notevole nella costituzione dei governi, sia a livello centrale che periferico, non è cosa che desti scandalo in Italia. Non essendo nati stamattina alle nove, sappiamo bene che, quando si tratta di lanciare proclami e slogan, tutti siamo lesti e bravi. Ma quando ci avventuriamo sul terreno irto o scivoloso della distribuzione di poltrone, solitamente ambite da un numero di soggetti superiore alle disponibilità reali, le cose si complicano di brutto. Appetiti e pretese non mancano mai. A destra come a sinistra.

I democristiani, che nello specifico misero in campo bravura e arte eccezionali, avevano addirittura codificato le modalità per l’assegnazione degli incarichi con relative fette di potere. Ricordate il Manuale Cencelli? Non faceva una piega. L’autore, certamente saggio e buon conoscitore della materia, oltre che dell’animo umano, era riuscito a prevedere quasi tutti i risvolti possibili prodotti dalle discussioni interminabili e defatiganti che precedevano la formazione dei governi. Locali o nazionali poco importava. Pertanto, la soluzione era sempre, o quasi, a portata di mano.

Ricordo che, in un comune a noi vicino, il sindaco, a cose fatte, confidò agli amici fidati che tutti gli incarichi di giunta erano stati distribuiti in modo equo e soddisfacente. Inoltre, a ziu Pascàli ‘emmu datu lu Cunsòrziu, a ziu Juseppa la Banca, a ziu Austìnu l’ECA[1]. A grazia a Deu, ora semmu tutu noi, datu chi lu pàrracu e l’ufficiali postali so’ amìghi nòstri!...

Solinas pare ancora ben lontano dal poter dare un annuncio del genere. Anzi, qualche settimana fa, si è lasciato scappare una frase che la dice lunga sul suo modo di vedere le cose. Ha detto ai giornalisti: ma che c’è di strano? In fin dei conti, una giunta c’è, anche se incompleta (ne mancavano, e ne mancano ancora, una mezza dozzina). Nessun danno, anzi stiamo operando addirittura un risparmio, dato che non paghiamo gli stipendi agli assessori non ancora nominati.

Capite? Un risparmio. Che sarebbe maggiore se di assessori non ne nominasse affatto.

La cosa non ha mancato di destare ilarità nell’uditorio; ma non tanta, tenuto conto che quell’uscita improvvida rivela quanta considerazione abbia il nostro Presidente nei confronti di coloro che dovrebbero accompagnarlo nell’azione di governo. Nulla o quasi, verrebbe da dire. E allora mi è tornata alla memoria una vecchia barzelletta che ha per protagonisti due scozzesi, padre e figlio. Quest’ultimo rientra a casa tutto felice e annuncia al genitore:

“Papà, per tornare qui mi sono attaccato al paraurti del tram e ho risparmiato i due scellini del biglietto”.

“Male – replica il padre – avresti dovuto attaccarti a un taxi, avresti risparmiato due sterline!...”.

Mentre il Solinas discute coi suoi sostenitori (ma non troppo), l’economia regionale continua a dare segnali inquietanti, la stagione turistica stenta a decollare, le problematiche legate alla continuità territoriale mettono in croce chi deve imbarcarsi in aereo o in traghetto, il mondo agro-pastorale è sempre in fermento e attende i provvedimenti promessi ma non attuati. Per tacere della scuola, della sanità, della tutela del territorio e dei trasporti isolani. Che sono quello che sono.

Che il Cielo ce la mandi buona!



[1] Ente Comunale di Assistenza.

 

 

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