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La scomparsa della “Croce Azzurra” PDF Stampa E-mail
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Domenica 23 Febbraio 2020 21:45

Un’associazione benemerita, nata per iniziativa popolare una quarantina di anni fa, ha cessato di operare, nell’indifferenza generale, per mancanza di volontari in servizio attivo

di Carlo Patatu

 

S

i è spenta per consunzione, o deperimento organico che dir si voglia, in silenzio e nell'indifferenza generale. Nessuno, infatti, ne ha annunciato la scomparsa alla comunità. Nemmeno con il tradizionale tocco di campana, s’isperu. In somma: unu mortu chenza piantu.

Mi riferisco alla benemerita associazione di pubblica assistenza Croce Azzurra, che ha cessato di vivere a una quarantina d’anni dalla sua nascita. Per consunzione, come ho detto prima; e cioè per l’assottigliarsi ineluttabile, specie nell’ultimo periodo, del numero dei volontari attivi, ormai ridotti a un gruppo sparuto. Che ha retto finché ce l’ha fatta; dopo di che si è arreso e ha gettato la spugna.

Lo ha fatto portando in Comune i libri contabili, l’archivio societario, le chiavi del locale di cui disponeva e il conto corrente bancario, dove risulterebbero depositati poco meno di ventimila euro, frutto della gestione di quote sociali e donazioni. A Palazzo, si sono limitati burocraticamente a prendere in consegna ogni cosa e ad annuire.

Tutto qui? Tutto qui.

Pare che nessuno degli amministratori si sia sentito in dovere di esprimere, nei confronti del drappello striminzito dei volontari residui, ma nemmeno verso quei tanti che, nel corso degli anni, li avevano preceduti, due parole di ringraziamento per quanto avevano fatto a favore della comunità, rispondendo, un po’ a tutte le ore, alle chiamate di soccorso e non solo.

A beneficio dei più giovani e di chi se ne fosse scordato, ripercorriamo a volo d’uccello le tappe significative della Croce Azzzurra.

L’iniziativa di dar vita a una società di pubblica assistenza la si deve a Filippo Ruiu, che me ne parlava fin dal 1977. Insieme ci demmo da fare per chiarirci le idee al riguardo. Andammo a visitare alcuni di tali sodalizi, fra i quali le Croci Verdi di Valledoria e Bonorva. Ci facemmo spiegare ogni cosa in ordine all’iter da seguire per la redazione dell’atto costitutivo e per la successiva gestione delle attività

Ne parlammo col sindaco Tore Patatu, che sposò il progetto, confortato dal consenso unanime del Consiglio comunale. Tant’è che, nel Febbraio 1979, lo stesso sindaco convocò un’assemblea popolare, che si concluse con l’adesione all’iniziativa delle società sportive locali S.C. Chiaramar, Polisportiva Chiaramontese e G.S. Zaramonte, i cui rappresentanti costituirono il comitato provvisorio. Che provvide a redigere lo statuto e il regolamento del neonato sodalizio, battezzato Croce Azzurra avuto riguardo ai colori dello stemma del Comune. Lo statuto prevedeva che a presiedere l’associazione fosse il sindaco pro tempore. Nel 1986 fu redatto l’atto notarile sottoscritto dal comitato provvisorio e dal sindaco Gavino Scanu in veste di presidente. Nel Gennaio 1988 fu inaugurato il servizio di assistenza con una cerimonia svoltasi nella sala del Consiglio.

L’attività assistenziale andò avanti fra alti e bassi, ma sempre grazie a un gruppo ristretto di appassionati che, nel corso degli anni, si son fatti carico, anche a costo di sacrifici personali, della prosecuzione del servizio. Sotto la giunta presieduta da Ezio Schintu, fu modificato lo statuto nel senso che il presidente dell’associazione non fosse più il Sindaco, ma eletto fra i soci.

Successivamente, la Giunta presieduta da Marco Pischedda ha chiesto e ottenuto l’istituzione di un pronto intervento garantito dal servizio 118 intitolato a Chiaramonti-Martis, tuttora in funzione. In pratica, sostituisce in toto la defunta Croce Azzurra, ma garantendo pure servizi di pronto soccorso che questa non era più in grado di svolgere.

A questo punto, credo che il Sindaco farebbe bene a convocare un’assemblea popolare per comunicare ufficialmente alla comunità la scomparsa della Croce Azzurra e come la Giunta intenda utilizzare le citate economie di gestione. Che, come ho già detto, ammonterebbero a poco meno di ventimila euro. Non mancando di spendere qualche espressione di gratitudine nei confronti di tutti quelli che, a titolo gratuito, nel corso degli anni hanno contribuito attivamente a garantire un servizio di pubblica utilità, essenziale per l’assistenza sanitaria ai chiaramontesi.

Da parte mia, per quel che può valere, va un grazie di cuore a costoro, accompagnato da un abbraccio.

Grazie, Croce Azzurra!

 

 

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