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I modi di dire hanno sempre un fondamento |
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Mercoledì 13 Maggio 2020 10:06 | |
di Orazio Porcu
pesso succede che la storia, nella memoria collettiva, perda il significato originario e ne assuma un altro che con l’avvenimento reale non ha più nessun rapporto. Chi, oggi, lega le espressioni “è successo un ‘48” oppure “c’era un’Amb’Aradàm” ai sussulti insurrezionali del 1848 in Europa o a una delle pagine più sanguinose delle “imprese” italiane in Africa? Eppure sono modi di dire di uso comune, pure se non frequentissimi. Succede cosi anche per la storia locale. “Putumaggiore, su peus ladrone”, chi riesce a darne una spiegazione legata effettivamente a fatti storici reali? Eppure... Nei primi decenni del 1400, pastori di Pozzomaggiore, alla ricerca di nuovi pascoli, occuparono i terreni di “Pianu ‘murtas”, entrando in conflitto con gli abitanti di Padria ai quali veniva sottratto l’esercizio, su quei terreni, di diritti reali (per esempio diritto di “legnatico”, “ghiandatico”, “semenerio” ecc.), causando alla popolazione un danno di grande peso sociale. Ne derivò una controversia giudiziaria che andò avanti per oltre un secolo (i tempi biblici della giustizia non sono un’invenzione recente!) e a conclusione della quale il “Pianu ‘e murtas” fu attribuito definitivamente a Pozzomaggiore. Chi disse in forza di legge (i pozzomaggioresi) e chi perché la nobiltà di Pozzomaggiore era più forte e ascoltata di quella di Padria. In questo paese la decisione fu comunque considerata un vero e proprio furto. In altre realtà, la vicenda avrebbe dato a luogo a conseguenze sanguinose e di lunga durata. La popolazione di Padria, d’indole pacifica e più incline a rapporti di buon vicinato, ha ritenuto di risolvere tutto con uno sberleffo, quasi affettuoso più che offensivo, modificando l’ultimo verso della filastrocca popolare da “Putumaggiore su mezus fiore” a “Putumaggiore su peus ladrone”. E mentre, allora, per quel che ne possiamo sapere, il cambiamento non suscitò particolari reazioni, qualche cittadino dei giorni nostri, se gli si recita la filastrocca con l’ultimo verso cambiato, da “fiore” in “ladrone” mostra immediati ed evidenti segni di nervosismo! Semplicemente perché non conosce bene le vicende storiche, anche minori, della propria comunità, compresa quella del “Pianu ‘e murtas”! |
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Ultimo aggiornamento Mercoledì 13 Maggio 2020 10:14 |