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Avremo imparato la lezione? |
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Martedì 19 Maggio 2020 17:05 | |
di Carlo Patatu
hiacchierando di Covid-19 e dei danni conseguenti, un consigliere comunale e caro amico, sosteneva che, tornati alla normalità, niente sarà più come prima. Anche nella pubblica amministrazione. In breve, la lezione impartita dalla pandemia ci costringerà a modificare leggi, regolamenti e condotte individuali. Il mio interlocutore se ne dichiarava certo. Io, invece, no. Ma mi piacerebbe dargli ragione. Sarà la vecchiaia a rendermi scettico su cambiamenti nel costume italico; pertanto credo che, superata la contingenza, tutto tornerà come prima. O quasi Il Governo avrebbe potuto cogliere l’occasione per dare una mazzata in testa alla burocrazia, che soffoca le pur lodevoli iniziative messe in campo. Invece nulla si è mosso. Anzi! Dei miliardi di euro stanziati per dare ossigeno all’economia, solo una piccola parte è giunta a destinazione. Il resto naviga incerto, fra secche e scogli dell’apparato burocratico. Tant’è che, mentre in altri Paesi le provvidenze hanno avuto un corso rapido, qui viaggiano con la tradotta. Da noi la politica soggiace alla burocrazia. Ho fatto notare al mio caro amico che analoga situazione la si ha in sede locale. In Regione e nei comuni. Compreso il nostro. Qui, approfittando della chiusura parziale degli uffici comunali, si poteva mettere mano a qualche iniziativa che, seppure modesta, sarebbe tornata utile alla comunità, dando così un segnale di cambiamento. Qualche esempio. Il sito ufficiale del Comune non è aggiornato se non nella pubblicazione di delibere, determinazioni e ordinanze. Urge provvedervi, atteso che le commissioni comunali pubblicate sono ancora quelle della Giunta Pischedda. Andrebbe rinfrescato l’organigramma degli uffici. Nessuno si è accorto che qualche titolare non è più in servizio, perché pensionato o trasferito altrove. Il previsto rilascio telematico di certificazioni anagrafiche? Mai attivato. Il calcolo dell’IMU? Non comprendo perché non si disponga l’invio agli interessati di un avviso con l’importo da versare. Vero è che la legge non lo prevede; ma neppure lo vieta. Tant’è che tanti comuni già lo fanno. Come pure diversi stati europei. In passato, ebbi modo di sollevare pubblicamente la questione. Mi disse allora l’assessora che, stante la carenza di personale, la cosa non era fattibile. Il che, ribadisco oggi come feci ieri, non è vero. Infatti, la ragioneria comunale deve controllare l’esattezza degli importi versati dai contribuenti. Ebbene, perché non fare prima ciò che fa dopo? Il calcolo del versamento notificato al contribuente ex ante (prima) eviterebbe, oltre che possibili errori, il previsto controllo ex post; e cioè successivo al saldo dell’imposta. Senza aggravio di lavoro e con benefici per la comunità. Invece, tutto continua a fluire come prima. A Roma come a Cagliari e, si parva licet…, anche a Chiaramonti la burocrazia continua a trionfare. No, non sono ottimista. |