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Chiaramonti |
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Giovedì 23 Luglio 2020 16:44 | |
di Pietro Meloni[1]
zaramonte! Monte chiaro e lucente e grazioso borgo dell’Anglona germogliato all’ombra del castello icona della nobiltà dei Doria e della dignità della tua gente sempre in cammino verso nuove mete di civiltà, cultura ed accoglienza! Vedo le orme dei tuoi monumenti negli archi e nelle mura del maniero nei tuoi carruzos e nelle carrelas nelle brune facciate dei palatos e le tue pievi svelano la fede comunicata dalle madri ai figli nei focolari inondati d’amore.
I tuoi giovani andavano ogni giorno a coltivar gli steli delle spighe che alla gioiosa festa de s’arzola biondeggiavano nei chicchi di grano. Le tue donne dalle mani d’oro impastavan la docile farina e il profumo del pane appena cotto inondava la mensa di allegria.
Quel pane sull’altare trasfigurato in pane della vita seminava la pace fra la gente.
E nel villaggio crebbero le chiese San Matteo del castello a Monte ‘e Cheja e il nuovo tempio del santo patrono che convoca i fedeli alla preghiera al suon delle campane mattutine.
La fede brilla il giorno della festa ornata da costumi variopinti di cavalieri e dame nella danza. E le feste campestri ancor risplendono a “Santa Giusta ‘e s’Abba” nella valle ed alla Santa Maria Maddalena perla di roccia ricamata col cuore.
I riti arcaici tra nuraghi e fonti alla luce e alla fiamma del Vangelo son gesti di concordia e di preghiera che invocan pace anche per gli antenati dormienti in necropoli scavate sotto le aspre rupi a Su Murrone.
Se ti aggiri nei campi un po’ scoscesi tra i cardi puoi veder qualche asinello compagno di lavoro dei pastori che spingon pecorelle all’erba verde e la sera le mungono a fatica per far dal latte il piccante pecorino. Volgendoti alla Punta ‘e s’Arrocu nell’autunno tra i muschi ed i licheni vedi affiorare i funghi di ferula candidi prataioli e antunna ‘era. Dai vetusti mulini spinti ad acqua vedi scorrere lente cascatelle che formano minuscoli laghetti contornati da salici e da olmi e da solenni olivastri silvestri.
Se risali all’alta roccaforte il tuo sguardo abbraccia l’orizzonte da Su Sassu ai monti del Limbara a Monte Ruiu che avvolge Casteldoria fino al mare che guarda l’Asinara.
Quando è sera fermati sul monte vedrai il tramonto dai riflessi d’oro. Torna infine al paese e ripercorri gli oscuri carruggi verso casa e chiaro il campanil sotto la luna farà squillar la dolce “Ave Maria”.
[1] Pietro Meloni, nato Sassari il 31 agosto 1935, è un vescovo cattolico italiano, attualmente vescovo emerito di Nuoro e in precedenza vescovo di Tempio-Ampurias. Studioso di letteratura latina, matura da adulto la vocazione nell'ambiente dell'Azione Cattolica e viene ordinato sacerdote nel 1968. Nel 1983 è eletto vescovo e destinato alle diocesi di Ampurias e Tempio. Trasferito alla diocesi di Nuoro nel 1992, presenta le dimissioni al Papa ai sensi del canone 401, restando in diocesi fino al giugno 2011. Si ritira quindi a vivere a Sassari.
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Ultimo aggiornamento Giovedì 23 Luglio 2020 17:04 |