Immagini del paese
Statistiche
Tot. visite contenuti : 10626037Notizie del giorno
|
Al referendum voterò NO |
![]() |
![]() |
![]() |
Lunedì 07 Settembre 2020 09:46 | |
Il solo taglio dei parlamentari? Si tratta della più stupida, volgare e demagogica delle riforme. Questo il giudizio sprezzante dello storico Luciano Canfora. La vittoria del Sì, lungi dal migliorare il funzionamento delle Camere, sarebbe soltanto uno spot per i grillini. di Carlo Patatu
remetto che sono favorevole al taglio dei parlamentari. Le nostre Camere, in relazione agli eletti, sono le più affollate d’Europa. Il ridimensionamento del numero degli onorevoli era una vecchia idea della Sinistra. Che però non ha saputo portarla avanti con determinazione ed entusiasmo adeguati. Ma la riforma voluta dai grillini, votata inopinatamente e in extremis anche dal PD, non mi piace proprio, perché pasticciata e lacunosa. Il Parlamento, approvandola a larga maggioranza, ha tenuto a mettere in evidenza soprattutto il risparmio che ne deriverà per l’erario. Per il resto è il nulla. Ebbene, se l’obiettivo primario era questo, peraltro ampiamente strombazzato dai corifei del M5S, bastava tagliare del 30% gli emolumenti sostanziosi dei nostri parlamentari (i meglio pagati d’Europa) e il gioco era bell’e fatto.
Ma, ci assicurano i pentastellati, tutto ciò sarà fatto a suo tempo. È meglio un uovo oggi che la gallina domani. L’importante è partire; poi, come si usa dire da queste parti, in caminu s’acconzat barriu[1]. Sappiamo bene, per averne fatto esperienza, come vanno a finire le buone intenzioni di cui pare sia lastricata la strada del Paradiso. Passata la festa, gabbato lo Santo. Registro, intanto, che la riforma costituzionale di cui parliamo è stata approvata un anno fa, dopo di che nessuno si è più preoccupato, se non in queste ultime settimane, di mettere in campo quanto è necessario perché pesi e contrappesi siano calcolati a dovere per lo svolgimento armonico delle regole democratiche.
Tutto qui? Tutto qui. Troppo poco. Populismo al cubo! Polvere negli occhi del popolo bue. Che pare avere abboccato. Scopo primario dei grillini è portare a casa un risultato purchessia; il resto si vedrà. Anche se, come ha detto lo storico Luciano Canfora, si tratta “...della più stupida, volgare e demagogica delle riforme”. A questo proposito, mi sono ricordato di un divertente aneddoto raccontato da Mino Martinazzoli, ultimo segretario della DC: l’amministratore delegato di una grossa azienda riceve l’invito a un concerto con in programma la sinfonia n. 8 di Schubert, la celebre Incompiuta. Non potendoci andare, regala il biglietto al giovane capo del personale, un bocconiano specializzatosi nel Regno Unito. Il giorno dopo gli chiede se gli è piaciuto il concerto. Il giovane risponde che entro mezzogiorno gli farà una relazione sull’evento. La relazione è divisa in cinque punti. Eccoli: • Durante considerevoli periodi di tempo i quattro oboi non fanno nulla. Si dovrebbe ridurne il numero e distribuirne il lavoro tra il resto dell’orchestra, eliminando i picchi d’impiego. • I dodici violini suonano le medesime note. Quindi l’organico dei violinisti dovrebbe essere drasticamente ridotto. • Non serve a nulla che gli ottoni ripetano suoni che sono già stati eseguiti dagli archi. • Se tali passaggi ridondanti fossero eliminati, il concerto potrebbe essere ridotto di almeno un quarto. • Se Schubert avesse tenuto conto di queste mie modeste osservazioni, avrebbe terminato la sinfonia. Il commento di Martinazzoli: “Io, invece, vorrei vivere in un mondo nel quale si potesse sentire la sinfonia di Schubert così com’è”. In buona sostanza, la democrazia ci permette di ascoltare Schubert senza frettolose semplificazioni che la distorcano. Ciò vuol dire che, quando si è presi dalla smania di eliminare gli sprechi, veri o presunti, è bene rifletterci sopra per evitare gli errori in cui è caduto il giovane capo del personale dell’aneddoto. Ma qui entra in gioco l’esercizio di una politica che, lungi dal distorcere e devastare frettolosamente e inutilmente le norme vigenti, sia capace di trovare un giusto equilibrio, cui non si dovrebbe mai rinunciare. Ancorché gli impulsi che sottendono l’azione censoria siano comprensibili e condivisibili. A mio modesto avviso, la vittoria del Sì, ben lontana dal migliorare il funzionamento delle Camere, si risolverebbe in uno spot elettorale per Grillo e il suo satellizio. Ebbene, per il poco che conta il mio voto, questo regalo ai grillini non voglio farlo. Non se lo meritano.
|