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Pensierino di Domenica 15 Novembre 2020 |
Sabato 14 Novembre 2020 19:36 | |
di Leo Longanesi[1]
edicato, anche stavolta, a chi scrive e agli italiani che leggono queste pagine. Di certo, Longanesi esagerava. Era anticonformista, acido e pessimista, aduso a vedere il bicchiere sempre mezzo vuoto. Ma un fondo di verità, in questi suoi pensieri c’era. C’è ancora. Immemori sovente del nostro passato importante, e cioè dimenticando da dove veniamo (l’arte e la filosofia dei padri greci, la grande Roma del Mare Nostrum, Dante, Leonardo, Michelangelo, Leopardi, Manzoni, Cavour, Marconi, Fermi, etc.), poniamo in essere comportamenti individuali e collettivi che sconcertano, dando ampiamente ragione a Longanesi. È sufficiente assistere a un qualunque dibattito in televisione su qualsivoglia argomento, per averne conferma. Per tacere dei contenuti miserevoli che provengono dai discorsi pronunciati nelle austere aule del Parlamento nazionale. Dove, oltre che alla dignità e al buon senso, si reca oltraggio grave persino alla grammatica e alla sintassi. “L’italiano è totalitario in cucina, democratico in parlamento, cattolico a letto e comunista in fabbrica. Gli italiani sono buoni a nulla, ma capaci di tutto.” [1] Leopoldo Longanesi noto Leo (1905-1957), giornalista, scrittore, editore, pittore, disegnatore, caricaturista e aforista. Si cimentò nella scrittura, nella grafica, nella tipografia, nell'illustrazione, nel disegno caricaturale e nella pittura, lasciando sempre un'impronta originale e controcorrente. Fu fondatore e direttore di varie riviste come L'Italiano (1926), Omnibus (1937) e Il Borghese (1950). Personaggio insieme popolare e sofisticato, seppe fondere il gusto per la tradizione con un atteggiamento intellettuale anticonformista.
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