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Niente sorpresa per Pasqua: la guerra continua e la pace può aspettare |
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Lunedì 18 Aprile 2022 09:59 |
di Carlo Patatu Deluso? No. Ci speravo, ma non più di tanto. Infatti il segnale di pace sognato e auspicato dai più non è uscito da alcun uovo pasquale. Il che non ha destato in me, ma credo neanche in chi legge, meraviglia alcuna. L’uovo, invece, ha continuato, come niente fosse, a sfornare la solita chincaglieria che fa felici soltanto i bambini. Insensibile agli auspici espressi e alle speranze ancora una volta mal riposte nell’assennatezza dell’uomo, nella sua capacità di ragionare con la mente sgombra da pregiudizi antichi e odi profondi. Senza indulgere al proprio “particulare” di sapore guicciardiniano. E cioè ai propri interessi, lodevoli o dissennati che siano. Anzi, già alla vigilia di Pasqua, Putin aveva ordinato di forzare la mano per dare la spallata definitiva a Mariupol, sgomberandola del tutto dalle milizie ucraine. Che però non intendono rassegnarsi e continuano a battersi sostenendo un confronto impari che non può vederli vincitori, data la marcata asimmetria fra i due contendenti.
L’Unione Europea e la stessa ONU non sanno che pesci prendere e paiono incapaci di porre sul tavolo della trattativa una proposta valida a tentare di arrestare il massacro di civili prodotto dalle armi, con contorno di fosse comuni, di cadaveri sparsi qua e là per le strade delle città martoriate e persino di esecuzioni sommarie. Ma anche di altre violenze fisiche, psichiche e sessuali di cui sono vittime quotidiane cittadini inermi che non riescono a capacitarsi di quanto gli accade intorno. Questa guerra, inoltre, ha già provocato la migrazione di milioni di donne, bambini e anziani verso luoghi ritenuti più sicuri nei paesi viciniori e non solo. Quando potremo scrivere la parola fine su questa tragedia? Non sanno dirlo nemmeno gli esperti, figuratevi se mi azzardo io a formulare un’ipotesi! Nel frattempo, il mondo assiste quasi inebetito a quanto accade nell’Ucraina, invasa e sottoposta a sofferenze strazianti, e non sa cosa proporre, cosa fare, dove andare a parare. È evidente che, stando così le cose, il vantaggio è nelle mani di chi, senza badare a nulla, tira dritto e fa quel che gli pare. Ecco perché le carte, finora, le dà Putin. E continuerà a darle finché gli parrà, finché ne avrà convenienza. Gli altri staranno a guardare, riservandosi il diritto di mugugno e di protesta. Inutilmente.
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