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Parliamo di ... cultura PDF Stampa E-mail
Scritto da Vladimiro Patatu   
Sabato 18 Ottobre 2008 00:09

Questo spazio è dedicato ai commenti dei nostri lettori sulla cultura.

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Ultimo aggiornamento Sabato 09 Gennaio 2010 19:04
 
Commenti (6)
Lingua sarda, 3a e ultima parte
6 Martedì 10 Marzo 2009 21:02
Mario Soddu
Per quanto attiene alla legge sulla lingua sarda del 1978, è estremamente improbabile che questa proposizione sia adattata tale e quale come legge.
Ma né gli uomini politici e neanche nessun partito la può rigettare. Questo progetto è appoggiato dai partiti autonomisti dell'Isola, il Partito Sardo d'Azione e anche dalle piccole formazioni dell'estrema sinistra. Dei grandi partiti nazionali, solo il Partito Socialista e il Partito Radicale hanno favorito già dall'inizio l'iniziativa legislativa.


Forse a causa di questi partitini indipendentisti la legge non passerà mai. Questa legge prevede l'uso del sardo allo stesso livello dell'italiano, nell’amministrazione pubblica, nelle scuole, negli organi amministrativi e nei tribunali. Anche all'estero, nei consolati là dove in certe regioni gli emigrati sardi sono numerosi.


Se passerà questa legge, la lingua sarda avrà un privilegio unico in Europa occidentale. Comunque, è evidente che questo progetto sarà molto difficile da realizzare, in quanto si andrebbe contro le parlate minoritarie come il sassarese, il tabarchino di Carloforte e della Caletta; ma anche con il catalano di Alghero.


Tutte le iniziative per migliorare questa situazione della lingua sarda devono tenere conto di questo grosso problema per l'unità sarda. Esiste oggi in Sardegna una minorità che non è citata neanche nel testo di legge. Sono gli italofones monolingue, quasi il 10 per cento della popolazione. Questo fattore spinge certi professori di lingua come Massimo Pittau dell'Università di Sassari a opporsi al tentativo d’introdurre la lingua sarda nel sistema scolare. Secondo Pittau sarebbe meglio l'insegnamento facoltativo. “Così la lingua sarda sparirà prima del previsto...!!!"


Il logudorese è tradizionalmente la lingua dei grandi poeti e in più il dialetto nel quale sono scritti i codici e le cronache del Medioevo. Mentre invece il nuorese è considerato da sempre come il più arcaico, il più puro e autentico. Poi abbiamo il campidanese, che ha a suo favore il fatto che lo parlano più o meno 600.000 sardi. É un prestigio per il capoluogo.


Si pensa che la soluzione di questo problema pungente di rancore tribale dovrebbe essere cercato nella elaborazione di un diasistema interdialettale, che troverebbe la sua espressione in una ortografia unificata. Sfortunatamente dobbiamo constatare l'assenza totale dello studio linguistico, puntando a liberare il tratto essenziale d'un tale diasistema. La ricca esperienza delle minorità linguistiche in Francia, in particolare le minorità occitana e bretone potrebbero fornire agli specialisti linguistici sardi di provare in questa via di modelli metodologici preziosi.


Il problema di una eventuale sparizione della lingua sarda è causato dai cittadini sardi stessi. Essi parlano l'italiano ai figli, anche se sanno che lo impareranno a scuola. Come si può salvare una lingua millenaria come il sardo, se anche nelle campagne si parla italiano!!!


Per quanto riguarda la presa di posizione negativa di Gavino Ledda, questa è apertamente ostile a una ufficializzazione qualunque del sardo. É un po’ anche molto scioccante la sua presa di posizione! Avendo parlato il sardo nella sua vita pastorale e diventando poi quello che è attualmente. Per lui la lingua sarda non è altro che il risultato delle dominazioni successive che ha subito il popolo sardo nella sua storia. Cercando di parlare una lingua indecifrabile dagli invasori.


Questo argomento Gavino Ledda lo appoggia alla sua esperienza personale, attribuendo la sua liberazione dalla vita pastorale a quella intellettuale grazie alla lingua italiana. Per Gavino Ledda è evidente che il sardo è suscettibile a essere perfezionato; ma per ragioni storiche "precisa che non è stato fatto...


"I sardi sono coscienti che il prestigio di una lingua non dipende dalla struttura linguistica, ma del linguaggio storico creato dall'insieme di una collettività, di un popolo che, come i sardi, ha sempre parlato per millenni. E oggi è messo in discussione anche dagli intellettuali sardi.


Un fatto è certo: la lingua sarda ha fatto la storia d'Italia. Potrebbe essere condannata a sparire, se non si prendono misure efficaci per assicurarne la sopravvivenza. Dobbiamo essere coscienti che, allo stesso tempo, spariranno anche i canti popolari, le tradizioni, le feste ecc., ecc., con la storia della Sardegna compresa. La domanda essenziale è sapere se i Sardi la vogliono o no!


Forza paris! Viva la Sardegna!


Saluti da Mario Soddu

---

I Sardi, ma anche molti altri, di questi tempi hanno ben altro cui pensare! Per sopravvivere, prima di tutto; ma anche per tentare di salvaguardare quel che ancora resta (e non è poco) del patrimonio ambientale, naturalistico, storico e monumentale. Che, a giudicare dal vento che incomincia a spirare nei Palazzi ragionale e nazionale, avrà vita dura negli anni a venire. Quanto alla lingua sarda, che noi parliamo correntemente e usualmente a casa e fuori, continuiamo a essere del parere che nessuna legge potrà salvarla da una sua più o meno definitiva scomparsa. Le lingue che non hanno la forza di difendersi da sole sono destinate a scomparire. Ineluttabilmente. La storia insegna. Saluti c.p.
Jazz e Aperitivo
5 Venerdì 06 Marzo 2009 00:22
N. L. Scanu/Roma

 Per saperne di più, clicca qui sotto.


Jazz e aperitivo.

 Approfitto ancora una volta della Vostra disponibilità per comunicare agli appassionati di musica jazz che a partire da venerdì 6 marzo, il Locarno, bellissimo hotel di Roma situato a pochi metri da Piazza del Popolo, riaprirà i battenti all’Aperitivo in Musica. I protagonisti della rassegna a DUO, presentata oggi in conferenza stampa, saranno alcuni dei migliori talenti del circuito jazzistico nazionale ed affermati a livello internazionale.
Jazz, Bossanova, Latin jazz e Jazz condito di Pop... avranno come cornice l’accogliente ambiente del raffinatissimo hotel e gli appassionati di Jazz potranno rilassarsi nel piacevole salotto degustando l‘aperitivo creato ad hoc dallo Chef dell’Hotel.
Lo spazio, piccolo ma suggestivo, impone la prenotazione del tavolo. Le performance della durata di 90 minuti saranno eseguite in due set. Nell’allegato troverete un breve profilo dei musicisti e contatti. Per qualsiasi informazione e soprattutto per la parte artistica Vi prego di contattare la sottoscritta ai numeri riportati.
Un ringraziamento particolare a Carlo e Vladimiro e a Voi tutti un saluto cordiale.
N.L.Scanu/Roma

Ancora sulla lingua sarda - 2a parte
4 Martedì 24 Febbraio 2009 21:46
Soddu Mario
Oggi, in Sardegna, ci sono altre entità storiche letterarie e teatrali. Questo è stato finora presente esclusivamente in area campidanese. Fatto sta che esiste una ricca produzione di commedie tradizionali nel dialetto di Cagliari. Grazie al professore Leonardo Sole dell'università di Sassari, componendo il suo primo testo teatrale
"Pedru Zara", nel quale ha avuto un grande successo nel 1978 nell'isola e nel continente. Il linguaggio usato in teatro puó e potrebbe servire da modello per l'unificazione delle lingue. Leonardo Sole è considerato un autore tearale molto più che provinciale.


Non dimentichiamo che in Sardegna abbiamo avuto grandi scrittori come Grazia Deledda, Salvatore Satta e altri... Tutti si sono espressi nella lingua nazionale, forse per lucro... pertanto non è che gli mancassero le capacità per scrivere "in limba sarda"! La lingua sarda non dispone di una "prosa narrativa", malgrado una tradizione
ricca di racconti popolari trasmessi oralmente. In queste condizioni, sembra che l'iniziativa per incoraggiare la prosa letteraria, con l'istituzione di un prix = "prix" di prosa = "prosa" scientifica = "scientifica" e = "e" tecnica = "tecnica" in = "in" lingua = "lingua" sarda = "sarda" sia stata presa dal centro culturale creato recentemente a Sassari da Bainzu Piliu, professore di chimica dell'università di Sassari. Che ha già provato a dare lezioni di chimica in lingua sarda, per cui è stato duramente criticato da certi intellettuali. L'iniziativa di Bainzu Piliu contribuirebbe in modo scientifico e decisivo allo sviluppo di una lingua da molto tempo usata solo da scrittori di letteratura. Questa iniziativa ha dato già i suoi frutti. Il primo premio è stato vinto, per la prima volta, da un giovane di Nuoro. C'è da sperare che questa iniziativa non rimanga isolata... É evidente che una ufficializzazione della lingua sarda è possibile. La costituzione italiana del 1948 contiene un articolo speciale che prevede misure appropriate per proteggere le minoranze linguistiche che si trovano nel territorio nazionale. Per esempio: il siciliano addirittura è considerato un dialetto più importante del sardo! E' ridicolo! è un dialetto mischiato a metà con la lingua nazionale. Forse ha più importanza perchè è parlato nei film mafiosi! C'è anche qualche partito regionale che ha proposto, nel 1977, l'insegnamento della lingua sarda nelle scuole. La proposta fu appoggiata da 15.500 firme sulle 10.000 richieste. Il testo legislativo fu messo all'ordine del giorno del Consiglio regionale il 13 luglio 1978. Essendo una inziativa legislativa d'origine popolare, il Consiglio regionale non ha il diritto di modificare il testo. Senza passare prima nel parlamento a Roma. Per il momento, questo dibattito parlamentare nazionale non è ancora cominciato. Bella speranza!


Vorrei aggiungere qualche riflessione sulla lingua greca. Il greco primitivo è lo stesso come il greco attuale. Si, ha subito una evoluzione attraverso il tempo, si è trasformata come tutte le lingue. Oggi si parla il greco moderno. Il greco è parlato senza interruzione in Grecia da 4000 anni e scritto 3500 anni. Fenomeno unico nella storia delle lingue e civilizzazione europea. Gli esperti pensano che non è per il momento e neanche vicino un futuro in cui la lingua greca sparirà. La lingua greca ha una ricchezza culturale contemporanea con una letteratura basata sulle linee del grande "Homero", con due "PRIX NOBEL" nel giro di 15 anni. Anni 60 e 70. La lingua greca è sostenuta dall'unione europea per numerosi programmi europei. Il governo greco tutti gli anni finanzia con delle borse di studio giovani universitari del mondo intero all'università di THESSALONIQUE e quella di ATHENES. Nella lingua greca sono numerose le parole rappresentate nei vocabolari di altre lingue europee. Il nome "Europa" deriva dal greco, come pure l'euro, la moneta unica europea. Se sparisce la lingua greca, spariranno anche altre lingue europee. Per quanto riguarda, la lingua francese, sappiamo che deriva dal greco e dal latino. Per i greci i francesi sono i loro figli, che sono riusciti nella storia, malgrado che i francesi hanno dato loro qualche parola di francese. Ma non sparirà mai il francese, perchè è il paese più nazionalista d'Europa.


Potrebbe arrivare un cambiamento di lingua in Europa se non si frena l'immigrazione araba!
Situazione attuale della lingua sarda.
3 Domenica 22 Febbraio 2009 13:57
Mario Soddu
La lingua sarda è una lingua appartenente a quelle dell'idioma romano meridionale indo-europee. É parlata in Sardegna e ancora all'estero dagli emigrati della prima e seconda generazione. Sappiamo anche che il latino è la lingua madre del sardo. Certi studiosi esperti sull'evoluzione delle lingue hanno provato che il latino, in Sardegna, non ha avuto la stessa espansione come in tutta la Romania attuale. La Corsica e la Sardegna avevano, all'originne, lo stesso modo di parlare. Me la parlata corso-sarda, progressivamente, si è toscanizzata in Corsica e nel nord della Sardegna. Mentre il centro e il sud della Sardegna conservano ancora oggi il modo di parlare arcaico primitivo.


La situazione attuale della lingua sarda è minacciata di estinzione, come pure tutte le lingue minoritarie al mondo. La lingua sarda è minacciata dall'espansione della lingua nazionale. Sembrerebbe che, fra due o tre generazioni, la lingua sarda non esisterà più. É evidente che, nelle circostanze attuali, il declino del sardo sarà inevitabile nell'avvenire, se non si prendono delle misure appropriate al fatto distruttore delle lingue ufficiali parlate in Europa.


La vitalità della lingua sarda ha cominciato il suo declino in seguito al progresso e lo sviluppo che ha conosciuto l'isola nel corso dei trenta anni di autonomia regionale. E questo è un segnale problematico e irreversibile. La lingua sarda non ha uno statuto ufficiale, le opinioni dei sardi stessi sono estremamente divise contro il tentativo di cambiare questa situazione. Nella lingua sarda c'è generalmente un poco di tolleranza per quanto riguarda la messa in piedi d'uguaglianza con l'italiano, peró c'è una barriera di intolleranza da parte del pubblico e di certi intellettuali.


La Sardegna è stata dai tempi antichi una terra nella quale le poesie popolari, l'arte di improvvisare durante le feste era una ricca tradizione (sas garas poeticas). Oggi sono diventate piuttosto rare. Oggi dei concorsi poetici di una forma più moderna hanno ridato uno slancio spettacolare alla poesia scritta. Con dei concorsi a premi, in particolare a Ozieri. Comunque questi concorsi poetici si limitano solo alla metà nord dell'isola. In particolare sono i paesi del Logudoro che organizzano queste gare, dove il dialetto è considerato la vera lingua più illustre dell'isola, più adatta alle espressioni poetiche. Questo non vuole dire che i partecipanti, i rappresentanti del Campidano siano totalmente assenti, anche se sono minoritari. Il fenomeno del rinnovo della lingua attraverso la poesia è concentrato in particolare nelle regioni che coltivano e amano la poesia del passato. E' per questo che oggi si cerca di recuperare il patrimonio ricco di grandi poesie del passato.


A Sassari, per esmpio, hanno cominciato una serie di pubblicazioni, a bassi prezzi, del grande patrimonio scritto di grandi poeti che hanno conosciuto un grande successo popolare. Dei volumi consacrati come un'antologia a Peppinu Mereu, a Paulicu Mossa e a Remundu Piras. Il fatto che una così importante pubblicazione sia una riuscita anche commerciale, dimostra bene che in Sardegna sono numerosi quelli che cercano di trovare la loro identità culturale e storica, attraverso un'eredità letteraria che comincia solamente oggi ad avere valore. Ma non per tutti. Lo scrittore Gavino Ledda ha un'attitudine negativa, per un'eventuale officializzazione del sardo nelle scuole. CHISSÁ PERCHÉ!!!!, il suo romanzo "PADRE E PADRONE" è scritto in italiano!


Cari interlocutori: questa è solo una parte di tutto quello che c'è da dire sulla nostra lingua sarda. (SEGUE...)


Saluti a tutti, in particolare al simpatico e paziente... direttore c. p.


MARIO SODDU

---

Grazie dei saluti, oltre che del "simpatico e paziente". Non entriamo nel merito delle affermazioni di Mario Soddu, in quanto, pur parlando correntemente, e presumiamo correttamente, il sardo logudorese, noi non siamo studiosi della materia. Ma anche perché non vogliamo entrare nel ginepraio delle polemiche provocate dall'invenzione della cosiddetta "limba sarda comuna" o amenità del genere. Semplicemente confermiamo quello che abbiamo sempre pensato: ciascuno parla il sardo che ha imparato in famiglia e nella comunità in cui vive. Se poi anche questa lingua dovesse sparire, come di fatto va ineluttabilmente accadendo, noi, pur dispiaciuti, non ci stracceremmo le vesti. Il nostro bel sardo andrebbe a far compagnia a tante altre lingue ben più illustri (ci limitiamo a citare il greco antico e il latino). Che, prima di scomparire dall'uso comune nella loro accezione classica, hanno prodotto (e tramandato fino a noi) testimonianze in campo letterario, poetico, filosofico, teatrale e così via, da non potersi nemmeno paragonare a ciò che noi sardi, con la nostra lingua madre, abbiamo prodotto finora e andiamo producendo oggi. c.p.
l'anglona
2 Domenica 04 Gennaio 2009 23:36
damiano nieddu
caro carlo, il sito si sta arricchendo di vari interventi sui più disparati argomenti.
Perchè non dare, in maniera coordinata, la possibilità di scrivere sulla storia dei nostri paesi?
Ma il tutto con un progetto condiviso e rigore scientifico, partendo dalle nostre esperienze di persone impegnate nelle pubbliche amministrazioni, nel lavoro, nella politica, nelle scuole, nelle associazioni...
Scopriremmo, scrivendola, la storia dell'Anglona.
Quale bene prezioso da trasmettere ai giovani e alle future generazioni.


Che ne pensi?
Ciao.

---

Ne penso bene, naturalmente. E confesso che concretizzare tale proposta piacerebbe tanto ai curatori del sito. Ma le forze e le competenze nostre sono quelle che sono. Potremmo mai imbarcarci in un'avventura più grande di noi? Rischieremmo di non far bene. A ciascuno il proprio mestiere. La storia agli storici, l'archeologia agli archeologi, la cronaca ai cronisti. Io sono un giornalista che ha fatto cronaca, raccontando per oltre un trentennio, sulle colonne della Nuova Sardegna e non solo, le vicende di diversi comuni dell'Anglona e del Logudoro. Altro non so fare, per quanto attiene alla proposta (interessante e intrigante a un tempo) che Damiano Nieddu ha appena formulato. Tuttavia, se qualcuno fosse disposto a occuparsene, apriremmo volentieri queste pagine alla collaborazione sistematica e continuativa anche di "esterni" alla famiglia Patatu. Vuole cominciare proprio il proponente, e cioè Damiano Nieddu? Sarà il benvenuto. Altri, ne sono certo, potrebbero seguire. Grazie, comunque. c.p.
jazz
1 Giovedì 23 Ottobre 2008 20:12
Nanda Scanu

Caro Vladimiro,
Noto con piacere che vuoi dare spazio alla cultura (musica inclusa) e ne approfitto per darti qualche informazioni sulla mia attività. Ho un’associazione culturale con sede a Roma che si occupa principalmente della promozione di alcune band jazzistiche e dell’organizzazione di eventi musicali. Collaboro inoltre da tantissimi anni con uno dei più importanti operatori del settore in Italia e all’estero. Tutti gli artisti rappresentati vantano un curriculum di tutto rispetto e suonano stabilmente nelle principali rassegne jazz e teatri del mondo oltre ad aver collaborato con musicisti di fama mondiale.
Due di queste formazioni si sono esibite la scorsa estate a Perfugas nell’ambito della rassegna jazz organizzata dalla Pro Loco. Il tutto sotto la direzione artistica di Gavino Loche il quale, da buon musicista, a differenza di qualche altro direttore artistico, ha preferito puntare sulla qualità e le testate dei quotidiani gli hanno dato ragione.
Per informazioni sui musicisti e costi potete scrivere a musictableau@alice.it - cell. 349 8620718.
Ringrazio e saluto tutti cordialmente.
Nanda Scanu

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