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La Tribuna: Al lupo, al lupo! PDF Stampa E-mail
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Lunedì 05 Settembre 2011 22:18

di Garzone di Bottega

Da garzone a garzone (con riferimento all'intervento di Franco Sechi "Tante idee finite nel nulla" apparso ieri).

Caro fedale: al lupo, al lupo!

Insieme abbiamo scherzato e raccontato qualcosa fuori dell'ordinario di questo paese d'ombre, e come zampilli d'acqua abbiamo prodotto particolari effetti: gocce ai più, supposti gavettoni ad altri; sempre per vitalizzare e animare un dialogo assente e un'aria nebulosa e stanca: così le nostre azioni, così i nostri pensieri, così i nostri desideri che non si trasformano talvolta in concrete realtà.

Ma rilassati, sì! Su questo, pochi ci battono nel circondario: confusione, timore e rassegnazione.

Un paese diverso, che ha raschiato il fondo del barile che conteneva le idee. Io e tu siamo come la cometa di Halley, comparsa nel 1986 e la prossima nel 2061, e noi non ci saremo, ma ci saranno altri! Atera matracca!

Come lei, breve e inconsueta che non lascia tracce, saremo dimenticati ed è quello che chiediamo, ma la passione della verità c'è e rimarrà tutta. Abbiamo mescolato riferimenti reali con un pizzico di ironia, sapendo che i lettori non sono sprovveduti: hanno saputo scegliere e valutare con riguardo.

Giudizi e pregiudizi? Ne avremmo da raccontare, anche se con troppa fretta per un capitolo di storia; potremmo scrivere dispense e fascicoli a quattro mani, ma ora vogliamo così: il cane ha abbaiato perché voleva semplicemente uscire e, una volta fuori, latrare alla luna. È d'obbligo però chiedere umilmente scusa, e ne chiediamo il perdono, ai vari attori presenti per nome e fantasia nei commenti che abbiamo proposto e interpretato. Insomma, agli utilizzatori finali.

Al lupo, al lupo!

Ma non quello de "sa fàbula de Fedro" del piacevole narratore Tore Patatu, ma quello raccontatoci per anni nell'infanzia, forse Pierino, che gridava tanto, ma poi nessuno lo ha preso sul serio.

Remissione dei peccati, per le varie canzonature scritte, viene chiesto ai: "caballeros e señorite"; a qualche "campanaro"; "ai baldi condottieri dal paso doble"; a chi leggendoci non riusciva "a capacitarsi"; a chi si è sentita, nel leggerci, "rimbambita"; "ai golosi di pabassinos"; ai "Montalbano meneghini". Ed ancora: a quelli che "guardano la luna e non il dito", ma anche a quelli che "guardano il dito e non la luna"; a chi si è "indignato"; a chi si è "trastullato giocando con il ditino per assegnare sgradimento dei commenti"; a chi aveva "intenzione di offenderci".

E poi: ai nostri amministratori che dormon sonni beati, e beati pure loro. Ai pretoriani semprimpiedi, ai sodali accovacciati. Ai bravi giovani modellisti che hanno realizzato il plastico di Santa Giusta nei locali del Centro Sociale (vecchio asilo) costato all'Amministrazione circa 5.000 euri e frùscia e mai presentato alla cittadinanza.

Perché? Io non lo so, fedà, e tu? Loro, sos pizzinos, si sono divertiti un mondo: le immagini al lavoro, impazzavano su YouTube, ridevano e sghignazzavano con gusto. Peccato, ci saremmo divertiti anche noi! Perché ci è stata tolta questa opportunità del divertirci?

Al nostro Sindaco che dichiara che "per scelta libera e meditata" non risponde alle domande: ma perché assorto in letture di San'Agostino a meditare? Anch'egli come la redazione "Sas Boghes" (mudas ormai) che ne seguono il pensiero concepito or ora menzionato? Agli assessori comunali che su Facebook dichiarano la loro attività: "sono assessore comunale" (sic!).

All'amico Peppuccio vicesindaco che non ha ancora trovato la terapia giusta: cambi diagnosi o vada dallo specialista! Al sito istituzionale del Comune che trangugia utili informazioni: troppe e tutte insieme, una babele di comunicazioni!

Agli assessori al Bilancio che al momento di presentarlo usano un bilancino (ma proprio... .ino) starato. A chi fornisce supporto di idee nei Consigli Comunali scapicollati alle 2 del pomeriggio. Ma anche all'impegno della minoranza che con il contributo fornito hanno ...cavato un ragno dal buco e soffiato il naso alle mosche che avevano il raffreddore.

Ma io e tu, fedà, non possediamo armamenti e munizioni, né occupiamo il fortino, ma semplicemente una punta di matita con la quale annotiamo cosucce di casa nostra: "varie ed eventuali". Vere, false? Abbiamo chiesto di partecipare alla finzione. Il dubbio rimane, ma scioglierlo si va nell'incerto, come il nostro futuro. Per alcuni è già segnato, per altri lo stanno a cercare. In questo periodo ci siamo distratti troppo ad ascoltare il visitatore di turno a buttega. Io nella mia e tu nella tua.

Ma va bene così : al lupo, al lupo!

Fra otto mesi, all'incirca, saremo chiamati a scegliere un nuovo Consiglio Comunale. Il tempo stringe e le "combine" avranno il loro daffare. Alcuni dicono che abbiano già le chiavi; altri, dovranno cercare il buco della serratura; altri ancora guarderanno dentro, il buco. Alcuni usciranno dalla porta e rientreranno dalla finestra, ma arrampicandosi perché, a dir loro, meritevoli; altri dovranno buttare all'indietro la chiave per far dimenticare e far cessare il ricordo ai concittadini stremati che li hanno votati.

Un battitore del clan non è andato troppo nel sottile affermando recentemente: "abbiamo tutti in pugno". Riferito a chi? Alle mosche o a un mutevole gruppo di persone con il cappello in mano? L'una e l'altra ipotesi rende il clima sofferente e surreale, come se tutto girasse a proprio conto e tornaconto, elettoralmente parlando s'intende. La grettezza degli intenti è apertamente dichiarata.

E noi?... Indignados!

Ma io e tu, fedà, proprio per il rispetto del "nuovo che avanza", se avanza o "a s'imbastu ‘ezzu", ci ritiriamo in buon ordine a braccia conserte o in seconda, come ci hanno insegnato a scuola, a meditare e far pentimento e chiedere l'indulgenza, sempre che si trovi un confessorio disponibile. C'è la fila! Tuttavia recitiamo, ancora una volta, con mestizia: mea culpa, mea culpa!

Talvolta ci si vanta di penne rilucenti che non sono proprie. Addio alle armi! Ci prendiamo l'anno sabbatico di pausa, ma tutto dipenderà dagli eventi. Racconti e raccontini, favole e favolette, impegni e promesse se ne diranno in grande quantità, ma sapremo essere capaci di sceglierle tra tante. I compaesani non si faranno ingannare, almeno lo speriamo.

Al lupo, al lupo fedà!

Sempre grati alla redazione del sito Famiglia Patatu, per gentile ospitalità offerta e accolto democraticamente le quattro strombazzate storielle: alcune erano lì, lì, altre composte con materiale fornitoci dagli eventi. Altre ancora non le abbiamo raccolte: erano improponibili, non da Penale, ma proprio sconvenienti.

Un riconoscimento, inoltre, per aver onorevolmente assolto alla riservatezza richiesta, nonostante... sos attaccos de curiosos de pagu proponimentu. La scelta dell'anonimo, sai bene, fedà, al "Garzone", è servita per gironzolare per il paese ad ascoltare e riferire novelle che altrimenti sarebbero rimaste nell'oblio o nelle segrete stanze chiuse a doppia mandata.

Un grazie ai lettori che hanno seguito leggendo, talvolta assegnando giudizi molto lusinghieri ma, sinceramente, avremmo preferito commenti in risposta per fornire diversi punti di vista così per contraddire, per confutare ai pallosi sermoni che il Garzone è andato alla ventura. Le spiegazioni potrebbero sembrare un rattoppo, ma facciamo finta di esserci impegnati con una scopa. I fatti sono fatti, le finzioni sono finzioni e tali restano.

Queste, però, talvolta superano la realtà. Eugenio Scalfari, in passato, si è espresso così: "... anche se finto è tutto vero, o... e tutto vero anche se finto ?...". Il dubbio rimane!

Verità e bugie? Queste, a dirle, ti vengon le gambe corte e il naso lungo, ma scrivere storielle inventate si visita il Paese dei Balocchi. Così un serioso amministratore anglonese ha definito il nostro. Sarà vero? Lascio a te fedà la risposta.

Un bel racconto, è stato regalarlo ai lettori. È vero: abbiamo agitato un po' le acque, lanciando dei sassolini nel laghetto Madau (anche se cambiata la proprietà) e creato il giochetto infantile dei cerchi concentrici e noi lì, con lo sguardo fisso, ad osservare l'effetto che fa.

Insomma, abbiamo vivacizzato: eravamo su "scherzi a parte!".

Quale sarà il mio e il tuo futuro? Qualunque la buona e la cattiva sorte ci indicherà, ne seguiremo il percorso. Sarà un'altra volta, con calma, raccontarci altre storielle.

Il padrone mi chiama: al lavoro garzone! Fedà: al lupo, al lupo!

 

 

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