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A Gesus in allegria PDF Stampa E-mail
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Martedì 30 Dicembre 2008 20:09

(canto popolare di autore ignoto che, nel passato anche recente, si cantava la sera del 31 Dicembre)

A Gesus'in allegria:
tottu su mund'hat salvadu.
Cristos s'est ingeneradu
dae s'intragna de Maria.

O Maria gloriosa,
virgin'innantis de partu;
e a pustis de su partu,
restesi virgine e pura.

Custa divina giarura
bos siat in cumpagnia.
Bona notte e bon'annu

e bona Pasca cumprida:
Desu bos diat vida
mezus a un atter'annu.

Cust'est una coiletta
sa chi nois bos cantamus,
su chi nos dades leamus:
cariga, saltizza o petta.

Se poi l'accoglienza non era pari all'aspettativa, si proseguiva così:

Tira tira sa colora,
dae sa janna a su foghile;
cantu nd'hazis dadu a mie
nd'eppedas intro e fora!

Ultimo aggiornamento Martedì 01 Dicembre 2009 16:19
 
Commenti (2)
Il richiamo si sente. Issu Coru
2 Sabato 25 Settembre 2010 23:17
Peri52
Frau chi e'?
Professore insegnante di francese alle medie?
Grande insegnante.
Bellissimo il finale. Fatto da persone fini e sensibili.
Saluti da Salvatore quel de Milan
Sartitzone, ma chi siat bene afitadu
1 Mercoledì 31 Dicembre 2008 17:28
Tore Patatu
A Nulvi, dove sono più diretti e meno allegorici, quando i padroni di casa non aprivano la porta, cantavano a squarciagola:

-

"In sa corte de babbu Latte,


apo tèndidu sos pannos;


trinta dimònios mannos


ti 'ortulen su palatu".

-

Ricordo molto bene l'anno in cui abbiamo cantato, al ritmo di surf e sulla melodia di Tremarella di Edoardo Vianello, A Gesus in allegria. Mentre la voce solista cantava: “O Maria gloriosa”, il coro rispondeva: “ A A A”;
Vergin'innanti ' e su partu”; “A A A . . . .”


L'effetto coreografico era eccezionale, anche perché gli A A A del coro erano accompagnati da movimenti ritmati delle mani e delle braccia, degni delle movimentate coreografie di Don Lurio, che allora impazzava in televisione.
Siamo andati in parecchie case: ricordo in particolare a casa di Nicola Brau, in Cudinas, dove festeggiavano uno scampato pericolo, causato da un fulmine che aveva distrutto il televisore e aveva fatto il giro della stanza. Ci offrirono sa càriga e sa mèndula a còrvulas. Fiumi di spumante e montagne di panettoni. I figli di Nicola chiesero il bis dell'esibizione, che noi accordammo con entusiastico piacere. Fu una serata indimenticabile. Avevamo iniziato a cantare in cinque: io, Carlo, Ciondolo, Massimo e Pietrino Brundu. E abbiamo concluso in quaranta e più persone, perché ad ogni esibizione si aggiungeva qualcuno. Abbiamo cantato anche davanti al portone di Flavio Schintu. Il ritornello finale, sempre al ritmo di surf, lo avevamo così concepito:


Custa est una coiletta,


A A A


Sa chi nois bos cantamus


A A A


Su chi nos dadet leamus, sartitzone o panetto o o o o ne; sartitzo o o o o ne!


Flavio, aprendo la porta, col tono scherzoso che lo caratterizzava, disse:


"Su sartitzone, cale cherides?”.


E Carlo pronto gli rispose:


“Bastet chi siet afitadu, dannos su chi cheres tue”.

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