La Tribuna: A proposito di màlas paràulas |
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Martedì 13 Settembre 2011 16:19 |
di Franco Sechi
Dedicata al Garzone di Bottega (v. La Tribuna: Malas paraulas)
"Egregio sindaco, mi hanno detto che un giorno gridavi alla gente: vincere o morire.
Spiegami ora come mai vinto non hai eppure non sei morto e al posto tuo è morta tanta gente che non voleva né vincere né morire".
(di Luigi Tenco: Cara Maestra).
Questa è una delle tre che compongono questa bellissima canzone, le altre due sono "dedicate", appunto, alla maestra ed al buon curato.
Oltre a citarle quel tipo finito poi in croce, potrei ricordarle aministrazioni di qualche decennio fa, dove gli amministratori spesso sborsavano di tasca loro per viaggi che oggi sono "a contu 'e Comune".
Oppure quando facevano colletta tra di loro per fini sociali, per coerenza verso se stessi, per rispetto verso tutti i cittadini.
Il mio amico amministratore non mi capirebbe comunque, oppure continuerebbe a nascondersi dietro i "ponedi tue" (fallo tu), "Sas criticas e sos friastimos mi los leo deo, però" (le critiche e le bestemmie arrivano a me); giusto per metterla sul leggero.
Il "dialogo" con il mio vecchio amico amministratore si è comunque interrotto molto tempo fa: Comunque oggi parlerei da un pulpito dove riesco a coglier solo "ua crua tzega"... Tutto ciò mi risparmia, almeno, lamentele varie.
Ho lasciato comunque spazio a "suggeritori" molto più concreti di me. La propria coscienza, poi, se non sta bene "si 'ortulat a s'attera parte", risponderebbe lui, oppure "avrei voluto vedere te al posto mio, lassadu bi l'aisi?".
E questa sarebbe davvero una sfida molto coraggoisa...
Un caro saluto a tutti.
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