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Mercoledì 06 Aprile 2016 12:46

Una fotografia desolante di Chiaramonti: siamo un paese di vecchi

di Carlo Patatu

 

La descrizione fattaci da Giorgio Falchi su Chiaramonti un secolo fa è di quelle che lasciano l’amaro in bocca (v. Com’eravamo 100 anni fa). Un paese dall’orizzonte scuro. Con un futuro che, a essere buoni (molto buoni), poteva dirsi incerto.

Inoltre, quale ciliegina sulla torta, Claudio Coda ha arricchito quel panorama riportando il testo di una lettera accorata spedita a quel tempo da un chiaramontese al Procuratore del Re. Il panorama che ne scaturisce è desolante: un paese funestato da prepotenze, delitti, grassazioni e quant’altro poteva rendere problematica l’esistenza dei “cittadini onesti”.

Ma, Chiaramonti, com’è oggi?

Ovviamente dei delitti, grassazioni e prepotenze è rimasto, in gran parte, soltanto il ricordo. Fatte le debite eccezioni, naturalmente. Ma la visione d’insieme è ancora deprimente. Sia pure per altri motivi.

Diciamo subito che, a fronte dei 2.340 abitanti registrati nel censimento del 1911, oggi se ne contano 1.672 (31 Dicembre 2014). Siamo al di sotto del dato acquisito nel censimento del 1861, quando i chiaramontesi erano 1802. Il massino degli abitanti (3.119) lo si è avuto nell’anno 1956. Da allora, nell’arco di soli 60 anni, abbiamo avuto una perdita secca di oltre 1.400 unità. In breve, il paese si è dimezzato.

Nel corso dell’ultimo decennio, gli infra quindicenni sono passati da 263 a 188 (-75), mentre gli ultrasessantacinquenni hanno registrato un incremento di 23 unità, passando da 410 a 433. L’età media degli abitanti ha fatto un balzo: da 42,2 anni a 46,9.

Siamo un paese di vecchi! Con tutto ciò che ne consegue.

L’indice d’invecchiamento è salito, in poco più di un decennio, da 156 a 236[1]. Il che lo si spiega considerando che l’indice di natalità è sceso da 6,8 nati per ogni mille abitanti a 5,9, mentre quello della mortalità è passato da 13,7 decessi per mille abitanti a 15,4. I dati medi nella provincia di Sassari registrano rispettivamente 6,8 e 9,7. Insomma, da noi il ricambio procede con lentezza maggiore. Ecco perché il paese invecchia. Irreparabilmente.

In Italia oggi si vive meglio. I servizi socio sanitari, in genere di buon livello, hanno consentito un allungamento della vita tale da mettere in crisi il sistema previdenziale.

Rispetto al passato remoto, adesso a Chiaramonti si contano meno persone e più case. In paese, quasi l’80% degli abitanti vive in un alloggio di proprietà. Sono finiti i tempi in cui, a San Giovanni (24 Giugno, data di scadenza dei contratti di locazione), c’era per le strade un via vai di portatori  con sulle spalle poche e povere masserizie di chi traslocava da un’abitazione a un’altra. Ma sempre in affitto.

Ora i chiaramontesi vivono in appartamenti che, mediamente, hanno una superficie di poco inferiore ai 110 metri quadrati. E che, nel 99% dei casi, sono dotati dei servizi indispensabili (impianti idrico, elettrico, fognario, di riscaldamento, telefono, televisione e via dicendo).

Il tasso di disoccupazione è inchiodato a un preoccupante 20,4%, che s’impenna fino a lambire quasi il 50% se si tratta di giovani. I quali, come già accadde ai propri nonni (quando gli emigranti in massa eravamo noi), non esitano d'imbarcarsi su una nave o su un aereo alla ricerca di un’occupazione che qui non hanno speranza di trovare.

Tant’è che non invogliamo i forestieri a trasferirsi da noi. Non esercitiamo attrazione neppure fra gli extracomunitari, fatta eccezione per qualche badante, cui ci siamo ridotti ad affidare genitori, nonni e parenti anziani o invalidi. Nelle nostre case, ancorché spaziose e confortevoli, non c’è più posto per loro. Appaltiamo ad estranei cure e affetti, da noi peraltro dovuti ai nostri vecchietti.

Così si presenta Chiaramonti, oggi, sul piano demografico.

Tuttavia esso continua a presentarsi come un bel paese, ridente, dall’aria salubre e con un panorama eccezionalmente suggestivo. Anche per questo, nonostante la scarsa vivacità in ambito culturale, io ho scelto di viverci per il resto dei miei giorni. Non mancando però di sperare che, anche sui versanti economico e demografico, le cose possano cambiare. In un futuro che mi auguro prossimo.

Incrocio le dita.

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I dati statistici sono stati ricavati consultando il sito http://www.tuttitalia.it/sardegna/19-chiaramonti/statistiche/

 


[1] L’indice d’invecchiamento della popolazione è dato dal numero di ultrasessantacinquenni rispetto a 100 infra quindicenni.

 

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