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Domotica, robotica e barriere non... architettoniche PDF Stampa E-mail
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Scritto da Carlo Patatu   
Domenica 07 Settembre 2008 14:47
“Marciapiedi - parte della strada riservata ai pedoni, generalmente rialzata rispetto al piano viabile”, leggiamo sullo Zingarelli. Ma è proprio così? No, non è così. Per consuetudine e per nostro tacito assenso, quello spazio è divenuto terra di nessuno. Dove a fare la parte del leone sono i motocicli, gli automezzi e quant'altre macchine fornite di ruote. Rubandolo ai pedoni, ai disabili e ai bambini in carrozzella.

A questo ci siamo ridotti, schiavi devoti dell’automobile. Che gode di precedenze e privilegi. Su tutto e su tutti. Sempre e comunque. La macchina, pur senza l’appoggio di un sindacato né di un'associazione di categoria, ha conquistato in fretta il diritto di entrare in garage dolcemente e senza sussulti. I disabili, per vedersi riconosciuto tale "privilegio" (almeno sulla carta), hanno baccagliato a lungo. L’eliminazione generalizzata delle barriere architettoniche, infatti, è ancora di là da venire.

Pronti a insorgere e a sbraitare contro il sindaco di turno per qualche buca che, ancorché solitaria, provoca scossoni alla nostra amata autovettura e stress agli ammortizzatori, ce ne stiamo zitti e pesti in presenza di marciapiedi sconnessi e ondulati (vedasi viale Marconi) o se gli stessi, come di solito accade, sono impercorribili perché sommersi da macchine in sosta.

Chi ne ha voglia, può prendersi il gusto di fare un giro, spingendo una carrozzella, sui marciapiedi di viale Brigata Sassari, viale Marconi e via Capitano Amadio. Gli garantiamo un'esperienza istruttiva. Molto istruttiva e che dà la misura esatta di quanto i cosiddetti normodotati s’infischino di chi normodotato non è. E cioè di chi, per muoversi, deve ricorrere alla carrozzella. Disabile o minore, fa lo stesso. Provare per credere.

C'è un consigliere comunale (almeno uno), di maggioranza o minoranza poco importa, disposto a farsi carico del problema? In fin dei conti, a risolverlo basterebbe collocare pochi paletti dissuasori nei punti strategici. Con una spesa modesta, se piantati a distanza utile dai fabbricati lascerebbero libero un corridoio adeguato, da destinare esclusivamente ai pedoni. Lasciando pure che la restante superficie del marciapiedi (laddove la larghezza lo consente) rimanga a disposizione degli autoveicoli. Ma solo in parte; non in esclusiva, come accade ora. Sarebbe un bel complemento del progetto "Domotica" che il Comune ha messo in cantiere perché i disabili possano muoversi più agevolmente. A casa e fuori.
Ultimo aggiornamento Domenica 07 Settembre 2008 17:18
 
Commenti (1)
La madre dei cretini è sempre incinta.
1 Domenica 07 Settembre 2008 16:38
mario unali
A questo proposito ho, purtroppo per me e i miei familiari, una aneddotica nutrita. Molto nutrita e che ho archiviato dentro di me; ma mai dimenticato, in tanti anni di peregrinazione da una parte all'altra del Continente e dell'Europa. Nel corso della passata amministrazione, insieme a qualche altra persona, eravamo stati incaricati (gratis) di individuare delle aree di sosta e dei percorsi protetti per i disabili. Cosa che abbiamo fatto nel giro di pochi giorni e sulla quale abbiamo riferito al sindaco Schintu. Il nostro lavoro è stato per la maggior parte disatteso; dubito che anche ora, vista la situazione attuale, qualcuno ci metta mano subito. Ciò detto, che alcuni progetti di domotica e robotica stiano andando avanti è una realtà, e lo confermo, anche per l'impegno dell'assessore Manghina. Giustamente queste persone vanno anche fuori in giro per il paese, e non devono trovare barriere di nessun tipo. Fisiche, ma ancor più quelle mentali, che sono le più pericolose e che danneggiano l'ammalato prima di tutto e i parenti. Non è segno di sensibilità tantomeno di democrazia. L'essere cittadini tutti UGUALI è ancora di là da venire.
Cordialmente Mario.

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