Home » Istituzioni » La Chiesa e le chiese » Santa Giusta fra storia e leggenda

Immagini del paese

Ch5.JPG

Statistiche

Tot. visite contenuti : 11349717

Notizie del giorno

 
Santa Giusta fra storia e leggenda PDF Stampa E-mail
Valutazione attuale: / 5
ScarsoOttimo 
Scritto da Carlo Patatu   
Venerdì 22 Maggio 2009 22:56

Santa Giusta: chi era? Non è agevole delinearne, compiutamente e con certezza scientifica, la figura.

Ci affidiamo, pertanto, a quanto che ci è stato tramandato dalla tradizione orale. Ma anche alle notizie storiche, che pure ci sono. Seppure scarne. L’una e le altre abbiamo tratto da un opuscolo(1) fornitoci cortesemente dal nostro parroco don Virgilio Businco, che ringraziamo.


Dunque, Santa Giusta. Sarebbe nata da genitori di alto rango nella città sarda di Eaden (più o meno nei pressi di Oristano), al tempo dell’imperatore Adriano; e cioè fra il 117 e il 138. A soli dodici anni si sarebbe convertita al cristianesimo a opera del sacerdote Octaten, dal quale ricevette il battesimo. Avrebbe rinunciato subito alle sue ricchezze per donarle ai poveri, secondo l’insegnamento evangelico. Il che pare abbia stupito non poco la madre Cleodonia, che perciò la riteneva alquanto squilibrata.

Da qui i maltrattamenti cui l’avrebbe sottoposta la madre, nel tentativo, vano, di farla recedere dalla sua professione di fede. Cleodonia ne sarebbe morta per il dispiacere. Successivamente, altre due giovani, Giustina ed Enedina (ma taluno sostiene che Giustina altri non sarebbe che la stessa Giusta), si sarebbero unite a lei nella professione della fede cristiana, ricevendo il battesimo dal medesimo Octaten.

Rifiutate le profferte di matrimonio di Claudio, giovane rampollo locale appartenente a una famiglia importante, pare che Giusta abbia subito altre sofferenze, per via delle manovre poste in essere dal suo pretendente rifiutato. Ma l’ira divina lo avrebbe punito facendolo morire annegato nelle acque della laguna, che avrebbero sommerso e distrutto la città di Eaden. Nella circostanza, avrebbe perso la vita anche Giusta. Le sue spoglie sarebbero state sepolte nella casa che fu di sua madre Cleodonia.

Giustina ed Enedina sarebbero perite poco dopo, non senza avere subito persecuzioni e tormenti. Furono sepolte accanto alla loro amica Giusta. In epoca successiva, al fine d’impedirne la profanazione a opera degli incursori saraceni, i loro resti mortali furono traslati a Cagliari e collocati nella chiesa di santa Restituta. Soltanto il 2 maggio 2004, quelle spoglie sono state ricollocate nella cripta della bella basilica romanico-pisana, sorta nel paese omonimo di Santa Giusta tra il 1135 e il 1145. Qui tuttora riposano.

A Chiaramonti, dove la venerazione della santa ha radici antiche, le furono dedicate ben due chiese campestri: Santa Giusta di Magola o di Orria Pitzinna (quella che tutti conosciamo) e Santa Giusta di Runaghe Longu, di cui restano pochi sassi e qualche oggetto. Della santa  si conserva in parrocchia una preziosa reliquia. Contiene un pezzo d’osso lungo circa 15 centimetri. Già dichiarata “insigne” dall’arcivescovo di Sassari, la reliquia è stata restaurata appena un anno fa per iniziativa del parroco.

Un tempo, quando alla chiesetta campestre i pellegrini si recavano a piedi, si usava cantare i “gosos”, composti in lingua sarda dall’avvocato Juanne Satta Quadu nel 1911 e che i lettori possono leggere cliccando qui. I fedeli solevano anche attingere l’acqua che sgorga da una sorgente posta sotto l’altare e alla quale si attribuivano effetti medicamentosi straordinari.

Una curiosità, prima di concludere. Fra le tante leggende, legate soprattutto alla straordinarietà dei miracoli attribuiti a questa santa, ce n’è una abbastanza curiosa. Pare che la gustosa e pregiata vernaccia abbia tratto origine dalle lacrime di santa Giusta. Stante la scarsa salubrità della regione di Oristano, molti secoli addietro la malaria aveva falcidiato la popolazione. Santa Giusta, mossasi a compassione, sarebbe tornata sulla terra e avrebbe pianto per la sorte della sua gente. Le lacrime cadute sul terreno avrebbero provocato la nascita spontanea di tante pianticelle: il vitigno della vernaccia. Che, da allora, i contadini del luogo continuano a coltivare con amore e perizia.

E se in un primo tempo a quel vino eccellente furono attribuite molte guarigioni dalla malaria pestifera, oggi lo stesso prodotto rappresenta una voce importante nell’economia agricola locale.  


Note:
(1): Sac. SERAFINO SANNA, Bibliografia leggendaria di S. Giusta Vergine e Martire Sarda, Portici 1911

 

Ultimo aggiornamento Sabato 23 Maggio 2009 12:02
 
Commenti (3)
Informazioni acqua
3 Venerdì 24 Aprile 2020 20:54
Maria Franca Cappai

Salve. Vorrei sapere se l'acqua che veniva da sotto l'altare era un pozzo o acqua che scorreva sotto la chiesa o una fonte. C è ancora o è stata chiusa e sigillata? Grazie.


---


Si tratta di acqua sorgiva. La zona è molto ricca di sorgenti. Quelle ubicate nella parte alta del pendio che sovrasta la chiesa alimentano tuttora, ma solo in parte, l'acquedotto di Chiaramonti. Le altre sorgenti, poste dietro la chiesa e sotto di essa, sono raccolte in un serbatoio visibile sulle sinistra del sagrato e alimentano la rete idrica di Martis, oltre che la fontana di Spurulò, che trovasi a metà strada fra Chiaramonti e Martis, lungo la S.S. 132. (c.p.)

Santa Giusta
2 Martedì 02 Febbraio 2016 14:09
Raffaela
Vorrei segnalare che anche la Parrocchia di Uta è consacrata a Santa Giusta e viene festeggiata il 14 Maggio.
richiesta d'informazioni
1 Giovedì 21 Aprile 2011 13:49
Mario Pirro
Sono un geologo che sta studiando il vostro territorio. Ho letto a riguardo di esso che era anticamente legato alla città di Eaden o Eden che alcuni studiosi sostegono che sia sprofondata nella laguna di S. Giusta a seguito di un terremoto. Potreste indicarmi in merito maggiori dettagli. In quale libro è riporata tale notizia e chi soprattutto ne è Autore!


Vi ringrazio per tutte le notizie che vorrete fornirmi!


Mario Pirro (334-5701249)

---

Giro volentieri la richiesta a quanti sono in grado di soddisfarla. Io, purtroppo per me, non ho competenza alcuna al riguardo. Ma credo che buoni conoscitori e studiosi del nostro territorio quali sono il prof. Mario Unali e l'archeologo dott. Gianluigi Marras potrebbero dire qualcosa al riguardo. La saluto. (c.p.)

Aggiungi un commento

Il tuo nome:
Indirizzo email:
Titolo:
Commento (è consentito l'uso di codice HTML):