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Mulino a gas povero e omicidio impunito |
Sabato 08 Dicembre 2012 00:00 |
di Carlo Patatu
Claudio Coda si chiede: “Che cosa ha voluto intendere il Falchi nelle sue annotazioni così circostanziate? (vedi “Mulini e satellizio”).
Per soddisfare, almeno in parte, il suo interesse per una vicenda oscura accaduta a Chiaramonti 110 anni fa, lo invito a leggere quanto ho avuto modo di pubblicare al riguardo, su questo stesso sito, il 29 Gennaio 2010 (vedi “Accadde nel 1902: mulino a gas povero”).
Giorgio Falchi, persona notoriamente informata sulle vicende del proprio paese e non solo, di sicuro “sapeva”. E, al pari di lui, “sapevano” i chiaramontesi del tempo. I quali, come ci ha opportunamente ricordato Gianluigi Marras “…nel passato più di oggi, erano maestri nel non dire più che nel dire!”.
Per completezza d’informazione, riporto di seguito copia dell’originale dell’atto di morte di Michele Pinducciu, redatto in latino dal parroco Giuseppe Calvia nel registro parrocchiale dei defunti. Segue il testo in italiano in traduzione libera.
“1902, atto n. 45 - Pinducci Careddu Michele “Nell’anno del Signore millenovecentodue nel giorno 31 di Dicembre in Chiaramonti. “Il celibe Michele Pinducci figlio di coniugi di Nuchis, Diocesi di Tempio, il fu Giovanni Agostino e la vivente Marchesa Careddu, due giorni or sono nell’ora ottava della sera, crudelmente colpito da persone scellerate si addormentò nel Signore, confortato dal sacramento della penitenza e dell’estrema unzione, mentre correva il suo trentatreesimo anno di età; il suo corpo resta sepolto in questo cimitero. “In fede. “Sacerdote Giuseppe Calvia Parroco
“Nota a margine: Il suo corpo è stato poi traslato dai parenti nel cimitero di Nuchis. F.to Sacerdote Giuseppe Calvia” |
Ultimo aggiornamento Sabato 08 Dicembre 2012 19:46 |