Immagini del paese
Statistiche
Tot. visite contenuti : 11435430Notizie del giorno
Parco eolico: la gatta frettolosa partorisce gattini ciechi |
Scritto da Carlo Patatu |
Martedì 27 Maggio 2008 14:47 |
Dichiariamo subito che siamo favorevoli ai parchi eolici. Le torri gigantesche, che pure modificano la bella linea d'orizzonte disegnata dalle colline anglonesi (e non solo), le preferiamo alle ciminiere che sputano fumi forieri di cancri invisibili; ma anche alle centrali nucleari col loro carico inquietante di scorie radioattive. Un'eredità ingombrante per chi verrà dopo di noi. Ci piacciono anche più dei pannelli fotovoltaici; non foss'altro perché meno ingombranti. Eppure c'è un ma... Vediamo di spiegarci meglio, tenendo lo sguardo attento a quanto accade (accadrà) a Chiaramonti. Le nostre perplessità sono sottese da due questioni: dove sorgerà l'impianto? Chi ne fruirà i benefici maggiori?PRIMA QUESTIONE Dove verranno innalzate le torri? Non ci riferiamo al proprietario dell'area individuata. Chiunque sia, quel che gli entrerà in tasca farà parte della ricchezza di questo paese. La cosa, pertanto, ci sta bene. C'interessa, invece, sapere se quei terreni ospitano o nascondono siti archeologici, luoghi d'interesse naturalistico. Ci si potrebbe obiettare che nessuna opera sarà avviata prima della prescritta valutazione dell'impatto ambientale. La cosa non ci rassicura. Sappiamo che la Soprintendenza archeologica si esprime consultando i documenti che ha. Un monumento esiste se risulta censito e notificato. Diversamente, non esiste. Non c'è proprio. Da qui l'esigenza che il Comune, primo difensore del nostro patrimonio monumentale e paesaggistico, non può (non deve) affidarsi ai soli oracoli della Soprintendenza. Deve accertare in proprio se nell'area d'interesse della IVPC c'è qualcosa da salvaguardare. E di che si tratta. Le risorse le abbiamo a portata di mano: il prof. Giovanni Soro è da trent'anni ispettore onorario per l'archeologia; il prof. Mario Unali, cultore appassionato della materia, conosce il l'agro chiaramontese come le proprie tasche. Inoltre, senza travalicare la cinta daziaria anglonese, a Perfugas c'è il dott. Mauro Maxia, autore di studi importanti su nuraghi e altro, nonché buon conoscitore dei nostri giacimenti culturali. Noti e no alla Soprintendenza. Prima di decidere, l'amministrazione comunale ha provato a consultarli? E se non lo ha fatto, possiamo conoscerne la ragione? Ci piacerebbe saperlo. Ma gli amministratori sembrano restii a prendere carta e penna, quando da queste pagine parte qualche domanda. SECONDA QUESTIONE Cosa ne viene ai chiaramontesi? La convenzione con la IVPC parla di un canone annuo da versare al Comune e che, a regime, non dovrebbe essere inferiore a 150.000 euro. All'ingrosso, 300 milioni o più delle vecchie lire, oltre all'impegno (generico) di assumere manodopera locale, ma "compatibile con la preparazione tecnica". Una bazzecola, se guardiamo agli utili stratosferici che la stessa IVPC sarà in grado di realizzare con l'impianto di Su Sassu. Così come fa nel resto d'Italia. E allora, facciamoli qui un po' di conti. Ci siamo documentati, al riguardo, consultando internet e la stampa periodica; e chiedendo pareri a chi se ne intende. Costruire impianti eolici è un affare colossale. Un giro vorticoso di miliardi di euro danza intorno ai parchi eolici. Da far venire il capogiro. Tant'è che la Magistratura non manca di occuparsene, di quando in quando. Mediamente, dalla vendita dell'energia elettrica prodotta dalle turbine a vento si ricavano circa € 0,175/Kwh fra energia e certificati verdi. Il costo di produzione è calcolato in € 0,065/Kwh; se ne deduce che l'utile netto è di € 0,110/Kwh (60% del prezzo di vendita!). Centesimo più centesimo meno. Chi altro ha la fortuna, di questi tempi, di realizzare un guadagno pari al 60% del ricavo? In tal modo, l'utile d'impresa aumenta di otto volte in soli 4 anni! Pare incredibile, ma è così. A questo aggiungiamo che, per legge, GSE (Gestore del Sistema Elettrico) ha l'obbligo di acquistare tutta l'energia prodotta. Pertanto non c'è rischio. Le spese d’impianto rientrano, mediamente, nel volgere di quattro o cinque anni. L'Italia (la Sardegna) è una vera e propria Isola del tesoro, il Paese della cuccagna. (I dati citati figurano in due servizi apparsi sull'Espresso a firma, rispettivamente, di Paola Pilati (31 luglio 2006) e Marco Lillo (17.04.2008). Ma allora, perché mostrarsi arrendevoli col primo venuto? Poco meno di un anno fa, il Wall Street Journal annunciava che il colosso britannico IP - International Power aveva acquistato parte dei parchi eolici della IVPC per la bella somma di 1 miliardo e 830 milioni di euro! La convenzione sottoscritta coi Comuni lo consente. Inoltre c'è da dire che l'Italia, coi certificati verdi, liquida oggi € 135,46/Mw, mentre nel resto d'Europa la quota massima è di € 80,00/Mw. Ciononostante, produciamo di meno: a fronte del 25% del fabbisogno prodotto in Spagna nel 2007 (15.000 Mw), noi restiamo inchiodati a un modesto 3,3% (2.700 Mw). Ci sarebbero tante altre cose da dire; ma fermiamoci qui. Per ora. CONCLUSIONE Posto che la voce "parco eolico" non figurava nel programma elettorale della lista del sindaco Giancarlo Cossu, non pare che ci fosse l'urgenza di liquidare la questione con quattro battute in una seduta fugace del consiglio comunale. Chiediamo pertanto al primo Cittadino: • Perché non se n'è parlato diffusamente, magari nel corso di qualche assemblea popolare, dove i cittadini avrebbero fornito indicazioni e pareri più disinteressati di quanto non siano stati quelli della IVPC? • Perché non sono stati illustrati ai consiglieri degli schemi comparativi su quanto si è fatto in altri Comuni? • Perché si è ritenuta subito congrua la sola offerta presentata, che tale appare a fronte della povertà delle casse comunali; ma che si rivela ben misera in relazione agli utili incredibilmente elevati che la IVPC prevede di realizzare anche a casa nostra? • Perché svendere questo bel territorio per un piatto di lenticchie? • Perché, infine, non considerare la possibilità di realizzarlo noi un impianto eolico comunale, sfruttando gli incentivi statali ed europei insieme ai finanziamenti che le banche sono ben disposte a concedere per tali progetti? Una sola torre da 2Mw (una di quelle costruite a Florinas) produrrebbe energia sufficiente a soddisfare il fabbisogno di Chiaramonti. Faccia un po' di conti il Sindaco: avrà di che stupirsi.
Le foto mostrano alcune torri eoliche in territorio di Nulvi |
Ultimo aggiornamento Lunedì 02 Giugno 2008 22:30 |
Commenti (10)
Caro Carlo, sono estremamente garantista, sono per il rispetto della vita privata, e non solo....... Però non posso sopportare le persone che anonimamente intervengono sul web, esprimono le loro posizioni, rimanendo....cuados che-i sos sorighes...., lis cherzo narrer de no si cuare, ca sos chi si cuana, no esistini!!!! Faghide ischire chie sezis, non cuedes sa cara Eo tia narrer de no iscultare sos anonimos. Ottavio Soddu
per amore e vita, complimenti per il consiglio sul navigatore satellitare. Se non sei gia' impegnato, ti potremo proporre per l'assessorato al turismo del comune di Chiaramonti o della regione Sardegna .
ps se non trovi i cartelli indicatori del paese prova a comprarti un navigatore satellitare (costa solo 100 - 150 euro).
cordiali saluti a tutti
Riassumendo si può dire con certezza che l'energia eolica è in assoluto quella che gode di maggiori contributi i quali rendono altamente economico (per i costruttori IVPC in testa) la sola costruzione delle torri, inoltre nel servizio è stato evidenziato che in molti casi, per quanto riguarda la ricaduta dei benefici economici sul territorio, i maggiori beneficiari sono stati gli amministratori locali e che in molti casi la proliferazione di questa tipologia di impianti è finita sotto la lente della magistratura in quanto intorno all'eolico gravitano personaggi che non sono propriamente "puliti".
Voglio far notare al lettore che ha affermato che in 2 settimane si potrebbe ripristinare lo stato originale dei luoghi, che ciò è vero solo con costi (notevoli) a carico della comunità, basta vedere i vecchi impianti eolici nella Nurra.
In ultimo vorrei far presente ai pochissimi concittadini che non ne sono informati, che anche dopo l'eventuale entrata in servizio della Centrale Eolica le bollette elettriche dei singoli cittadini continueranno ad essere salate e che se gli amministratori avessero veramente a cuore il benessere economico dei loro concittadini, incentiverebbero la costruzione di piccoli impianti fotovoltaici (impatto visivo prossimo allo zero ed alti benefici al singolo) sia nel centro abitato sia sui tetti della miriade di capannoni agricoli che costellano il nostro territorio, oppure (vedi Mores) costruire in proprio una centrale elettrica .
In ultimissimo,voglio chiudere con questa riflessione: la Sardegna è famosa nel mondo per le sue bellezze naturali, e che i nostri cugini Toscani ed Umbri che godono di un simile patrimonio e lo sanno valorizzare, non si sognano neanche lontanamente di riempire le loro colline di torri eoliche .
mi chiedo come mai nelle sue valutazioni di merito non trovi asilo il dato oggettivo riguardante il fatto che, che la convenzione approvata con la società IVPC sia la migliore (in termini economici) per la comunità tra le analoghe stipulate da tutti i Comuni contermini.
Trovo singolare il fatto che le uniche valutazioni da lei espresse, riguardino la destinazione d'uso di terreni destinati altrimenti ad una improduttiva sorte, invece che una valutazione più serena circa il fatto che, i "Soldini" (proprio così sig. Patatu i "Soldini") di cui tutti beneficeranno non costituiscano un più elevato e razionale uso della cosa Pubblica e/o Privata.
Davvero pensa che il progresso inteso nel più ampio senso del termine, sia cosa da denigrare e da poco ? Meglio sarebbe passare tra dieci anni in quei luoghi e trovarvi la stessa desolante mancanza di prospettive, di opportunità, di cambiamento ? Non sarebbe opportuno rilevare come anche un eventuale ripensamento sullo sfruttamento di questa risorsa, non richieda che un paio di settimane di lavoro per restituire i luoghi alla loro attuale situazIone ?
Gli impatti maggiori sulla comunità credo che da sempre, li abbia avuti la povertà intellettuale,la povertà materiale e di mezzi e non un'opportunità che presenta tra l'altro, un facile eventuale ripristino ambientale unito al vantaggio economico che da subito può essere speso nella comunità.
Pensi a chi un lavoro non ce l'ha e a chi dal sollievo anche parziale dei costi sociali trae un beneficio comunque importante. Non tutti possono contare su posti di lavoro "fissi" e/o pensioni (o eredità).
Non pensa che tutto ciò, possa essere un motivo di speranza e dunque di libertà morale e materiale per chi non ha nulla ? Riteniamo forse le steariche più morali di energia prodotta a costo zero e ad impatto ambientale praticamente inestistente ?
Ad majoram
---
Rilegga il mio pezzo. Ho detto tutt'altre cose.
c.p.
Dobbiamo pertanto comunicare ai nostri lettori che, tenuto conto delle informazioni forniteci dall'ing. Manca, abbiamo provveduto a correggere il dato riguardante i contributi versati dallo Stato italiano nel 2008 (certificati verdi) ai produttori che sfruttano l'energia eolica: si tratta di € 135,46 IVA compresa e non € 200,00, come da noi erroneamente riportato. Inoltre, non è più l'Enel ad acquistare l'energia prodotta; ma il GSE (Gestore del Sistema Elettrico).
All'interno del servizio, abbiamo specificato, con una nota in corsivo, che i dati riferiti li abbiamo tratti da due servizi del settimanale "L'Espresso", firmati, rispettivamente da Paola Pilati (31.07.2006) e Marco Lillo (17.04.2008).
Tanto dovevamo ai lettori, coi quali ci scusiamo per l'inconveniente. Non mancando, ovviamente, di ringraziare l'ing. Bruno Manca.
c.p.