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Il paese PDF Stampa E-mail
Martedì 06 Novembre 2007 18:26

Il nome, innanzitutto. Il toponimo medioevale Claramontis si è trasformato in Claramunt; quindi Saramonte, Çaramonte, Çiaramonte e, finalmente, Zaramonte, denominazione tuttora in uso nella variante della lingua sarda locale. In breve, il nucleo abitato è posto ‘a giaru’, e cioè in luogo chiaramente visibile anche da lontano, perché in posizione dominante.

Scorcio della via XX Settembre, già via Delle BalleChiaramonti è situato nella parte meridionale dell’Anglona; posto a mo’ di sella fra il monte San Matteo e la collina di Codina Rasa, offre allo sguardo del visitatore un panorama vasto e stupendo. Il territorio, caratterizzato dalla presenza di rilievi dai contorni sempre dolci, tipici del paesaggio anglonese, un tempo era ricoperto di boschi di querce nobili e di sugherete. I numerosi incendi e certa azione di rapina svolta dall’uomo hanno decretato la riduzione degli alberi e della macchia mediterranea in maniera pressoché irreversibile. Resta tuttora all’osservatore non distratto, specie nella stagione primaverile, l’impressione di trovarsi in presenza di una sorta di mare verde che, spazzato incessantemente dal Maestrale e movimentato da onde lunghe che s’inseguono senza sosta, pare essersi solidificato all’improvviso nel corso degli anni.

Sul paese, dall’alto del monte San Matteo ("su monte 'e Cheja"), dominano i resti dell’antica chiesa parrocchiale, sorta sui ruderi di quello che fu il castelloPanorama ritratto da Codinarasa nel 1900 edificato dalla famiglia genovese dei Doria probabilmente nel 13° secolo. Volgendo lo sguardo tutt’intorno, verso est si stagliano netti all’orizzonte i contorni aspri e tormentati del monte Limbara, al quale si succedono i contrafforti del monte Sassu, che domina la sottostante piana di Ozieri. A sud il terreno si eleva dolcemente, fra boschi e laghetti artificiali, fino ai confini di Ploaghe. A ovest, la linea dell’orizzonte è definita dall’abitato di Osilo, sovrastato dai ruderi di una torre già appartenente al distrutto castello dei Malaspina. Quindi gli altipiani del territorio nulvese; per chiudere a nord con le alture di Sedini e Laerru, col massiccio di monte Ruju e, in lontananza, con i monti della vicina Corsica. Il panorama è impreziosito dalle macchie variopinte dei centri abitati di Osilo, Nulvi, Martis, Laerru, Sedini, Badesi, Trinità d’Agultu, Perfugas, Erula, Ozieri e Ardara. Disposti a semicerchio, essi fanno da corona a Chiaramonti. Di notte, le luci tremule di quei paesi danno l’illusione di avere davanti un presepe fantastico, con effetti di una suggestione rara.

Carlo Patatu in: Isole Gemelle - Îles jumelles, ed. La Grafica, Porto Torres 2004

Ultimo aggiornamento Giovedì 04 Settembre 2008 16:31
 

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